Russell
C.T. Russell > Gli eventi dopo la sua morte
Charles TazeRussell
Gli eventi dopo la sua morte
..continua da "LETTERA APERTA AGLI AZIONISTI DELLA SOCIETÀ"
Il Fratello Rutherford, in diversi luoghi, critica i quattro membri del Consiglio di Amministrazione di non partecipare al loro lavoro pur occupando il loro tempo in questa materia; trattandoli solo come impiegati e subordinati, dimenticando che la parte più importante del loro lavoro è quello di essere supervisori funzionari della Società. Ha detto nelle sue "Vagliature della Mietitura" (pagina 10, col. 2, par. 4) che il lavoro della Società richiede la direzione particolare di una mente. Questo è dunque il punto cruciale delle difficoltà. Dice che lui è quella mente. La legge, il Testamento e il fratello Russell hanno fornito il contrario. Naturalmente, la disposizione per lavorare sui dettagli deve essere adeguatamente condotta con grande preoccupazione e nelle varie forme, ma se gli azionisti non hanno un controllo adeguato sugli atti degli Amministratori, come potranno sapere cosa si sta facendo con gli affari del Signore? Se la maggioranza spuria del Consiglio, agisce ora lontano da Brooklyn, perchè vive altrove, (cosa di cui dubito seriamente) gli Amministratori non possono incontrarsi al di fuori della Pennsylvania (anche se lo statuto consente all’amministrazione dove la maggioranza vive fuori dallo stato), anche se lo statuto richiede, che, almeno tre Amministratori debbono vivere in Pennsylvania, (come dice il fratello Rutherford), ma come sono presenti le future spurie commissioni, o sapere della società e seguire le sue disposizioni. Non è un dato di fatto, poi, che in meno di un anno dopo la morte del nostro Pastore, vediamo la nostra Società sequestrata lontano da quelli legalmente e divinamente costituita suoi dirigenti legittimi, per gli azionisti? Potrebbe forse, essere possibile, per eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione il prossimo gennaio in occasione della riunione regolare di rinviare la seduta per un tempo abbastanza lungo per consentire un esame adeguato dei diversi candidati e eleggere o rieleggere quelli appropriati. Spero di sì.
Gli azionisti dovrebbero mandare qualcuno alla riunione per votare le loro deleghe e non inviarli al quartier generale. Non dovrebbero votare senza sapere quello che stanno facendo. Essi dovrebbero considerarla come una responsabilità data da Dio. Una grande responsabilità, morale e giuridica, poggia sugli Amministratori della Società, che sono per legge e per il Testamento dei dirigenti della Società. Il presidente e altri dirigenti sono agenti del Consiglio, che sono i Fiduciari per la società. La legge è costante, gli Amministratori devono esercitare le cure ordinarie e prudenza nella fiducia riposta in loro, lo stesso grado di attenzione e prudenza che gli uomini, spinti da interessi personali, in genere esercitano nei propri affari. Quando si prende volontariamente la posizione del Fiduciario o amministratore di una società, la buona fede, la giustizia e l'ordine pubblico si uniscono nel richiedere da lui un tale grado di attenzione e prudenza, ed è una grave violazione del dovere il non farlo. I membri del consiglio di amministrazione dovrebbero partecipare al momento stabilito per la riunione. Un membro solo, è vero, non può far passare valida una risoluzione, ma si può richiedere e ottenere tutte le informazioni che potrebbero essere dovute alla presenza di un quorum, né è un membro scusato perché il Presidente lo informa che non ci sarà alcun quorum. Se vi è un comitato esecutivo gli Amministratori non sono esonerati da responsabilità perché esercitino le loro funzioni al comitato esecutivo. Vediamo, dunque, che gli azionisti devono esercitare cura, e che gli Amministratori devono essere ben scelti, e che vi sia il tempo di fare una corretta selezione dei funzionari del nuovo Consiglio di Amministrazione, chiunque essi siano.
Ringraziandovi per l'attenzione,
FRANCIS H. McGEE