Apocalisse
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Studio Secondo
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I Sette Sigilli
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Tutto il commento su Apocalisse è frutto del pensiero del Pastore Russell reso possibile attraverso le sue numerose pubblicazioni, salvo marginali completamenti compiuti dagli studenti biblici e sottolineato. (tutte le scritture citate sono tratte dalla traduzione della "Nuova Diodati")
Primo sigillo
Secondo sigillo
Terzo sigillo
Quarto sigillo -
Quinto sigillo
Sesto sigillo
Settimo sigillo
APOCALISSE
(Capitolo 4:1-6)
1 Dopo queste cose, io vidi, ed ecco, una porta aperta nel cielo, e la prima voce che avevo udito parlare con me come una tromba disse: "Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire dopo queste". 2 E subito fui rapito in spirito; ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono stava uno seduto. 3 E colui che sedeva era nell’aspetto simile a una pietra di diaspro e di sardio; e intorno al trono c’era un arcobaleno che rassomigliava a uno smeraldo. 4 E intorno al trono c’erano ventiquattro troni, e sui troni vidi seduti ventiquattro anziani vestiti di bianche vesti; e sul loro capo avevano delle corone d’oro. 5 E dal trono procedevano lampi tuoni e voci; e davanti al trono c’erano sette lampade ardenti, che sono i sette Spiriti di Dio. 6 E davanti al trono c’era come un mare di vetro simile a cristallo, ed in mezzo al trono e attorno al trono c’erano quattro esseri viventi, pieni di occhi davanti e di dietro. (Apocalisse 4:1-6)
Giovanni, che rappresenta negli ultimi Santi viventi sulla terra tutti i diletti discepoli di Cristo, i fedeli della Chiesa, vide "una porta aperta in cielo" (Apoc 4:1): la porta d'ingresso nel Regno di Dio, l'Alta Chiamata, aperta dalla Pentecoste del 33. L'attenzione di Giovanni fu destata dalla voce (simile a tromba), di Cristo, (Apoc 4:1) che gli giungeva da dietro, dal ministero terreno di Nostro Signore e lo invitava a "salire più in alto"per vedere ciò che il popolo di Dio avrebbe dovuto soffrire durante l'età del Vangelo e il combattimento che avrebbe dovuto compiere per vincere ("Ti mostrerò le cose che devono avvenire da ora in poi", dal Primo al Secondo Avvento del Signore).
L'apostolo vide un "trono" fermamente stabilito in cielo (Apoc 4:2), cioè il governo, il potere e l'autorità di Geova, l"Antico dei Giorni" di Dan 7:9 (1 Cro 29:11 - Sal 22:28 - Abd 21). "E dal trono procedevano lampi tuoni e voci" (Apoc. 4:5). Dal trono di Dio, dalla Sua presenza, uscivano "lampi" di Verità e di Giustizia, "voci" o proclami di libertà e "tuoni" di giudizio (Es 19:16 - 20:18).
"e davanti al trono c’erano sette lampade ardenti, che sono i sette Spiriti di Dio", cioè "i sette occhi del Signore che percorrono tutta la terra" (Apoc 4:5), (Zacc 4:10). Sette sta per completezza. I sette occhi sono la completa conoscenza che Dio ha, delle lacrime, delle gioie, delle prove, delle difficoltà e della prosperità del Suo popolo. "E davanti al trono c’era come un mare di vetro simile a cristallo" (Apoc 4:6): è il mare delle genti, la cui condizione è per Geova trasparente come cristallo. Adamo fu creato a immagine e somiglianza di Dio affinché avesse dominio su tutta la terra (Gen 1:26), ma non superò la prova e cadde nel peccato. Allora Dio (nella Sua Giustizia, adamantina come diaspro - (Apoc 4:3) pronunciò su di lui la sentenza originale: "Morente morrai" e per più di seimila anni l'umanità è stata sotto questa sentenza. Al diamante della Giustizia seguì, nella visione di Giovanni, il sardio, una pietra rossa come il rubino, che rappresenta l'Amore di Dio. Questo si manifestò subito dopo il peccato originale con la promessa che la donna avrebbe avuto una progenie che avrebbe schiacciato la testa al Serpente (Gen 3:15).
Al sardio seguì l'arcobaleno, (Apoc 4:3), simbolo del patto noetico fra Dio e l'umanità dopo il diluvio (Gen 9:12-17), dal colore sempreverde dello smeraldo, cioè eterno. Fu la promessa divina di un nuovo cielo e di una nuova terra, che ebbe nell'arcobaleno, tra le nubi, la garanzia della riconciliazione fra Dio e l'umanità (Ez 1:28 - 2 Pt 3:13). "E intorno al trono c’erano ventiquattro troni, e sui troni vidi seduti ventiquattro anziani (Apoc. 4:4). Il Pastore Russell, nel suo commento al capitolo V, pensò che si trattasse di angeli. Ivi è scritto che suonavano, dopo che l'Agnello si era immolato, cioè dopo che Gesù Cristo si era consacrato al Giordano, l'Arpa di Dio, la Bibbia, dopo aver visto che le testimonianze sul Messia contenute nella Legge (At 7:53 - Gal 3:19 - Eb 2:2) e nei profeti {Sal 104:4 - Eb 1:7 - Mat 13:35 - Sal 78:2) si adempivano in Gesù Cristo.
Questi anziani presero allora in mano delle coppe d'oro (verità profetiche che esprimevano la volontà divina del sacrificio di se stessi, cioè della consacrazione nella morte), piene di profumi (di zelo d'amore e di perfetta obbedienza a Dio), che rappresentavano le preghiere dei Santi, da Cristo stesso in poi per tutta l'età del Vangelo (Zacc 14:5; Ap 8:3-5). I 24 anziani non possono quindi significare, come alcuni credono, i libri dell'Antico Testamento o parti di essi perché è irragionevole pensare che dei libri suonino servendosi di loro stessi come di strumenti musicali. Non possono rappresentare neppure i 144-000 Santi, come altri credono, perché in (Ap 14:3) questi 144-000 cantano un "nuovo cantico" davanti ai 24 anziani, che erano già in cielo prima della consacrazione di Gesù Cristo al Giordano (Ap 5:6). Siccome in Ap 5:11 molti "angeli" lodano l'Agnello intorno agli anziani e ai Cherubini, è stato concluso dalla maggioranza dei commentatori che gli anziani non siano angeli. Tuttavia nell'Apocalisse più volte gli angeli sono simboli di messaggeri terreni, sia di persone che di eventi o di cose.
Nessuno dubita del fatto che i Cherubini siano angeli, benché di una categoria superiore agli altri, eppure in questo versetto sono distinti dagli "angeli" terreni di Dio, proprio perché i Cherubini sono esseri celesti. Così anche i 24 anziani sono esseri celesti e rappresentano tutti i santi angeli. Anziani in Israele si chiamavano i rappresentanti del popolo (Es 3:18 - Giud 11:5-11 - 1 Sam 8:4), così i 24 anziani angelici hanno rappresentato prima di Cristo tutte le sante creature angeliche quando sono apparsi in forma umana ai fedeli dell'antichità. Hanno "vestiti di bianche.." (Apoc 4:4), splendenti, gloriose, perché quando gli angeli appaiono agli uomini in tali vesti, vuol dire che hanno assunto la forma umana solo per l'occasione, come più volte è mostrato nella Bibbia (Dan 7:9 - Matt 28:2,3 - Mar 16:1-5 - Giov 20:12 - Atti 1:9,10).
Non può essere la loro veste bianca quella della giustizia imputata dalla fede nel sacrificio di Cristo, poiché i 24 anziani hanno vesti bianche ancora prima del sacrificio di Gesù (Ap 5:6) e questo non fu compiuto per gli angeli. Il Regno dì Dio apparterrà a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa eletta. Perciò è assurdo pensare che gli angeli regnino prima della venuta di tale Regno. "e sul loro capo avevano delle corone d’oro" (Apoc.4:4). Nel carattere simbolico di questo libro dobbiamo capire che i 24 troni celesti e le corone d'oro sulle teste degli angeli che vi siedono rappresentano per ventiquattro volte il trono celeste di Dio (1 Re 22:19; Atti 7:53). In generale le Scritture stanno ad indicare che la comunicazione fra Dio e il Suo popolo nei tempi remoti fu attuata per mezzo degli angeli. Abbiamo ragione di credere che le rivelazioni del Signore nei tempi precedenti la Pentecoste del 33 furono compiute per mezzo di esseri spirituali.
Ventiquattro sono infatti le apparizioni angeliche nell'Antico Testamento:
2) due ad Agar (Gen 16:7-12 - 21:17-19
4) due prima ad Abrahamo e poi a Lot (Gen 18 - 19:1
5) una ad Abrahamo (Gen 22:11,12
6) una a Giacobbe (Gen 32:24-30 - Osea 12:5)
8) due a Mose (At 7:30,38
9) una a Balaam (Num 22:31-35
10) una al popolo d'Israele a Bochim (Giud 2:1-4)
11) una a Gedeone (Giud 6:11-16)
13) una alla moglie di Manoa ed una a Manoa (Giud 13:1-3)
14) una a Davide (2 Sam 24:16,17)
15) una a Elia (1 Re 19:5-7)
16) una a Oman (1 Cron 21:20)
17) una a Ezechia (2 Cron 32:21)
18) una agli amici di Daniele (Dan 3:25-28)
22) quattro a Daniele (Dan 6:22 - 8:16 - 9:21 - 10:4-7)
24) due a Zaccaria (Zacc 1:9 - 2:3,4)
Non vengono incluse fra le apparizioni angeliche dell'Antico Testamento quelle dell'Arcangelo Michele, cioè del capo dell'esercito celeste, che è Gesù Cristo nella Sua vita preumana, né quelle dei Cherubini (o Serafini) che sono angeli di un rango più elevato. Il fatto che le apparizioni angeliche siano state 24, vuol dire che le rivelazioni celesti dell'Antico Testamento erano finite al tempo del concepimento di Nostro Signore. Ciò è confermato dall'assenza in questa visione dell'Arcangelo Michele, della Parola di Dio, che si era fatto carne (Gal 4:4).
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