Apocalisse
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Studio Primo
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Le Sette Chiese
APOCALISSE
(Capitolo 1)
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L'attenzione di Giovanni fu richiamata dalla voce (simile a tromba) di Cristo, dietro a lui. Ciò significa La Sua voce era come il fragore di molte acque per rappresentare che il Signore avrebbe parlato alla Sua Chiesa con gli idiomi di vari popoli, di varie nazioni e di varie lingue, usati dai Suoi messaggeri. L'aspetto del Maestro era luminoso e tale era il Suo splendore, che Giovanni cadde a terra come morto quando lo vide, proprio come Daniele alla presenza del Potente che gli apparve e come Saulo di Tarso davanti alla Maestà che gli si presentò (Dan 10:4-11; Att 9:3-9).
Così è per il Cristiano quando prende coscienza della gloria del carattere divino: cade davanti a Lui, umiliato nella polvere, comprendendo che è imperfetto, indegno del Suo favore e delle Sue benedizioni. Ma come Nostro Signore toccò gentilmente Giovanni, invitandolo ad alzarsi, così parla a noi di conforto, di pace e d'amore, assicurandoci che abbiamo un Sommo Sacerdote che può essere commosso dalle nostre infermità. Le Sue parole di conforto sono: "Non temere". Lo stesso messaggio ci giunge dal Padre tramite il profeta quando dice: "Il loro timore di me, non è di me, ma è comandato da precetti umani" Isaia 29:13
Questa è una delle prime lezioni che dobbiamo imparare: non possiamo entrare in stretta simpatia col Nostro Signore ed essere istruiti da Lui riguardo alle altre parti del Suo Piano finché non impariamo a non aver timore, finché non accettiamo di aver fiducia in Lui, come Colui "che ci ha amati e ci ha comprati con il Suo prezioso sangue".
"Io sono il Primo e l'Ultimo". Nostro Signore è il principio della creazione di Dio e la fine di essa, l'unico per cui sono tutte le cose, l'unico che è vicino al Padre, il Suo vero rappresentante in tutto ciò che riguarda gli affari dell'universo, "Egli è l’immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura". Colossesi 1:15
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"E all’angelo della chiesa in Laodicea scrivi: queste cose dice l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio.
Apocalisse" 3:14
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"1 Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. 2 Egli (la Parola) era nel principio con Dio. 3 Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta." Giovanni 1:1-3
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"Per noi c’è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui". 1° Corinti 8:6
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È l'unico che morì per i nostri peccati. E' l'unico che fu risuscitato dai morti dal Padre. Vive per sempre, la morte non ha più potere su di Lui. Non c'è più bisogno che muoia un'altra volta, nemmeno nel sacrificio della Messa: la Sua opera è compiuta. Egli gridò sulla Croce: "È compiuto!". Da allora ha le chiavi, l'autorità, il potere sulla tomba per liberare da essa tutti coloro che vi sono imprigionati, sia quelli che vi sono già, sia quelli che non vi sono ancora andati ma sono sempre sotto la sentenza di morte, affinché possano ottenere la piena libertà dei figli di Dio, la giustizia e la vita eterna, "nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio". Romani 8:21
Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, Egli ha cura dei candelabri ed ha nella Sua mano destra (nel Suo favore, in Suo potere) sette stelle: gli angeli, i messaggeri delle sette Chiese.
Le stelle infatti rappresentano speciali ministri o servitori della Chiesa. In Apocalisse 12:1, la Chiesa è come una donna incoronata da dodici stelle, che evidentemente rappresentano i dodici apostoli come luci speciali per essa: similmente le sette stelle che il Signore tiene nella Sua mano destra rappresentano dei luminari della Chiesa presenti in ciascuna delle sette fasi o stadi del suo sviluppo. Sono sotto la guida, la protezione e la cura del Maestro nell'interesse delle Chiese che essi rappresentano.
Si noti che i messaggi alle varie Chiese sono indirizzati a queste stelle (angeli o messaggeri, ministri o anziani scelti nella Chiesa per rappresentare il Signore) per farci capire che il giusto messaggio per ogni epoca della Chiesa è inviato dal Signore tramite "un messaggero" da Lui scelto come Suo rappresentante. Nostro Signore stesso è la grande luce del sole ed i Suoi speciali messaggeri alle Chiese, attraverso tutta l'età del Vangelo, sono stelle.
La differenza tra il simbolo della stella e quello del candelabro è evidente: la luce della stella è celeste perché è quella dell'istruzione, dell'illuminazione spirituale, mentre la luce del candelabro è terrena, perché è quella delle opere buone e dell'obbedienza di coloro che costituiscono la Chiesa del Signore nel mondo e che sono esortati a non mettere la loro lampada sotto il moggio ma sul candelabro e di lasciarla splendere per glorificare il loro Padre celeste. Niente di questa descrizione è più simbolico della spada a due tagli che esce dalla bocca del Signore: essa rappresenta "la Parola di Dio, la spada dello Spirito" Efes 6:17, "più affilata di qualunque spada a due tagli" Ebrei 4:12
Ci rammenta che le parole del Signore non sono di un taglio solo, perché non sono dirette contro i peccati di una classe, ma colpiscono in ogni direzione in quanto il peccato è da Lui riprovato sia quando è trovato fra i Suoi seguaci che altrove. Nessuno può cercare di togliere un bruscolo dall'occhio di suo fratello senza aver prima tolto la trave dal proprio occhio. Se non siamo in grado di rimettere i debiti ai nostri debitori, neppure il Nostro Padre celeste avrà misericordia di noi.
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