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Dio e la Ragione
Studio Quarto
Perchè Morì Gesù
Tre giorni dopo la crocifissione, due dei discepoli erano in cammino per Emmaus, allorché improvvisamente uno sconosciuto si accompagnò con loro e, notato il loro accoramento, ne chiese il perchè. Essi, nel raccontargli quanto era avvenuto in quei giorni, gli spiegarono che il loro immenso dolore proveniva dalla disillusione provata nel vedere svanite tutte le speranze che avevano riposte nell'operatore di tanti miracoli, Gesù Cristo. Questo «straniero» che in realtà, era proprio Gesù risuscitato, spiegò loro che la sua morte era stata necessaria, e predisposta dal Padre Celeste che l'aveva anche preannunciata. La sua morte era indispensabile quale garanzia per gli uomini, onde beneficiassero delle benedizioni promesse sotto il Regno messianico.
Caravaggio - Cena in Emmaus
Più tardi, quando i due discepoli raccontarono agli altri la loro miracolosa avventura si espresseso cosi: «Il nostro cuore batteva con un ritmo più accelerato allorché Egli ci spiegava le Scritture.» Certo essi avevano ben ragione d'entusiasmarsi perchè erano stati informati proprio dal Maestro che la morte sua non era come avevano creduto, conseguenza di un tragico errore e non avevano bisogno d'altre prove per assicurarsi che Egli era il Messia. Comprendevano anche la necessità della Sua morte che apriva la possibilità a tutto il genere umano di godere le benedizioni promesse da Dio.
Più tardi un' apostolo spiegò che Gesù prima di divenire uomo era conosciuto sotto il nome di «LOGOS» che in italiano significa «Verbo» (Giov. 1:1). Fu questo «LOGOS» o Parola di Dio ad esser fatto carne per l'unico scopo di morire come prezzo corrispondente o riscatto per Adamo e tutta l'umanità. (1 Timoteo 2:3-6; Romani 5:10). Con l'ignorare o con nascondere di proposito l'esatto significato del testo greco nel 1° capitolo dell'Evangelo di S. Giovanni, i traduttori hanno fatto apparire che il «Logos» o la «Parola» è il divino Creatore stesso. La traduzione esatta di questo passaggio rivela che il «Logos» era semplicemente «un» Dio (o un potente) mentre il Creatore è chiamato «Il» Dio, l'Altissimo, l'Onnipotente.
L'apostolo ci dice che il Logos era l'agente ed il rappresentante di Geova in tutta la creazione «Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta.» (Giov. 1:3). Per questo, senza alcun dubbio, la Genesi impiega l'espressione: «facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza.» (Gen. 1:26). Le Sacre Scritture parlano dell'unità del Padre e del Figlio. In ciò deve essere interpretato l'unità di intenzione, di volontà e non di persona. Gesù pregò per questa unità fra Lui e i suoi discepoli (Giov.17). E' chiaramente dimostrato che Gesù mai considerò di formare un solo essere con il Creatore, poiché in tal caso, ciò avrebbe avuto il significato che Dio stesso, il Creatore dell’Universo, morì sulla croce.
La teoria della «trinità» non ha alcun fondamento scritturale e rappresenta uno di quegli errori nati dalla cattiva interpretazione delle Scritture e propinati alle povere masse ignoranti. Che Gesù mai si considerasse come la medesima persona ed uguale al Creatore, nè ammettesse l'assurdità d'essere padre di sè stesso, è chiaramente indicato dalle sue parole allorché disse: «Il Padre è maggiore di me.» (Giov. 14:28). I discepoli sapevano che il salario del peccato è la morte — non la vita fra gli eterni ed assurdi tormenti —perciò fu per loro facile comprendere che la morte di Gesù «fatto carne» costituiva la penalità che Egli s'addebitava per riscattare l'umanità.
Prima della Pentecoste, i discepoli, avevano ancora un pò di confusione nelle idee sulla missione di Cristo in relazione col piano divino, poiché, pur sapendo che Egli era risuscitato dai morti ed era il Messia, lo avevano visto raramente e poi non più, fino a che egli raccomandò loro di non muoversi da Gerusalemme se non quando avessero avuto sue istruzioni, per mezzo dello Spirito Santo. Oltre questi discepoli, anche altri, per un periodo di tempo furono disorientati dagli eventi che non sapevano spiegarsi. Questo disorientamento condusse alcuni ad interpretazioni errate e quindi a false teorie.
Siccome Gesù non era venuto per stabilire visibilmente il suo Regno, costoro pensavano che doveva esserci una ragione nella sua venuta e secondo la loro logica attribuivano la sua morte e la sua resurrezione allo scopo di salvare gli uomini dall'«inferno» e permettere che dopo morti, andassero in «cielo.» Invece lo scopo del Messia era ed è quello d'instaurare, al tempo fissato da Dio, un Regno terrestre nel quale dispensare le benedizioni promesse dall'Eterno a tutte e famiglie della terra. E ciò, in seguito lo dimostreremo. Le menti ragionevoli hanno scartato sempre più la teoria predicata nell'epoca dell'oscurantismo, circa un Dio dispensatore di tormenti, ma intanto si chiedono:
- Perchè il mondo si trova sempre nelle stesse condizioni in cui si trovava quando Gesù abbandonò i discepoli? infatti da quegli avvenimenti sono trascorsi quasi 2000 anni.
- E ancora perchè il mondo è sottomesso più che mai all'egoismo e crede sempre meno alla venuta di un Messia?
- Se Gesù ha l'intenzione di convertire il mondo per salvarlo dal fuoco infernale perchè non ha sviluppato un' opera adatta a tale realizzazione?
- D'altronde se egli vuole instaurare il suo Regno sulla terra e benedire l'umanità, dispensando la vita e il benessere, per quale ragione non l'ha ancora effettuato?.
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