Trattati Biblici
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Dio e la Ragione
Studio Quinto
E' Fallito il Cristianesimo?
La risposta precisa a questa domanda è in rapporto alla concezione che si ha del Cristianesimo e del mandato che Dio gli ha conferito di adempiere. La Bibbia ci presenta Cristo come il Salvatore del mondo. Dobbiamo dedurre da ciò, per logica, che Dio ha un Piano per liberare il mondo dalla condanna e salvarlo dalla morte. Sono trascorsi quasi 2000 anni da quando Gesù venne sulla terra per riscattare l'umanità con il suo sacrificio e, purtroppo, il mondo non è ancora convertito. Nazioni intere si sono ufficialmente staccate da ogni influsso delle autorità religiose e persino il cristianesimo nominale va perdendo ogni giorno quell'influenza che aveva goduto per secoli. Dobbiamo da ciò dedurre che il Piano di Dio sia fallito?
All'epoca in cui viveva Gesù, i discepoli riponevano le loro speranze, circa l'instaurazione del Regno Messianico, nelle assicurazioni desunte dalle profezie dell'Antico Testamento. E pur non errando in ciò, ignoravano che il tempo stabilito da Dio, sarebbe stato ancora lontano. Lo stesso avvenne anche a molti cristiani professanti, che ebbero fede nella conversione del mondo per mezzo di Cristo e la sua Chiesa, ma non notarono che le Scritture rivelavano non esser questa l'epoca per cui Dio ha stabilito, che ciò si adempia. Durante il tempo in cui visse Gesù, i discepoli non compresero dalle profezie che il Messia avrebbe dovuto soffrire e morire, prima di poter dispensare le benedizioni del Regno; nè rilevarono dalle Scritture che la vera Chiesa di Cristo doveva soffrire e morire con Lui per ottenere il privilegio di partecipare all'opera del Regno, consistente nella conversione e nelle benedizioni di tutto il genere umano.
L'apostolo Paolo così ce ne parla: «Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati. Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi» (Romani 8:16-18). La gloria cui accenna l'Apostolo si riferisce a quella che ci verrà dalla coeredità nel Regno messianico. Ora, se per ottenere tale gloria è necessario soffrire con Cristo, è chiaro che il compito attuale della chiesa non consiste nel conquistare il mondo per Gesù, ma di seguire le sue orme, fedelmente fino alla morte.
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