Apocalisse - Le Grandi Verità della Bibbia

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Apocalisse

Pubblicazioni > Le Sette Chiese

Messaggio alla Chiesa
di  Tiatira
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APOCALISSE
(Capitolo 2:18-29)

(riferimento: l'epoca di Tiatira corrisponde alla prima parte del periodo durante il quale la Chiesa si trovò nel "deserto", separata dal mondo, mentre il Papato otteneva pieni poteri)
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"18 E all’angelo della chiesa in Tiatira scrivi: queste cose dice il Figlio di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco e i cui piedi sono simili a bronzo lucente. 19  Io conosco le tue opere, il tuo amore, la tua fede, il tuo servizio e la tua costanza, e so che le tue ultime opere sono più numerose delle prime. 20 Ma ho alcune cose contro di te: tu permetti a quella donna Iezebel, che si dice profetessa, di insegnare e di sedurre i miei servi inducendoli a fornicare e a mangiare cose sacrificate agli idoli. 21  Le ho dato tempo per ravvedersi dalla sua fornicazione, ma lei non si è ravveduta. 22  Ecco, io la getto in un letto di sofferenze e quelli che commettono adulterio con lei, in una grande tribolazione, se non si ravvedono dalle loro opere. 23  E farò perire con la morte i suoi figli; e tutte le chiese conosceranno che io sono colui che investiga le menti e i cuori, e renderò a ciascuno di voi secondo le sue opere. 24 Ma a voi e agli altri che sono in Tiatira, a quanti non hanno questa dottrina e non hanno conosciuto le profondità di Satana, come essi le chiamano, io dico: non vi impongo alcun altro peso; 25  ma tenete fermamente a ciò che avete finché io venga. 26  A chi vince e ritiene fino alla fine le opere mie, darò potestà sulle nazioni; 27 ed egli le governerà con uno scettro di ferro ed esse saranno frantumate come vasi d’argilla, come anch’io ho ricevuto autorità dal Padre mio; 28  e darò a lui la stella del mattino. 29  Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese". (Apocalisse 2:18-29)


Resti della Basilica di Tiatira

"Tiatira" vuol dire "il profumo di un sacrificio" L’angelo della chiesa in Tiatira è composto da: Claudio di Torino, Pietro di Bruys, Enrico di Tolosa, Arnaldo da Brescia, Pietro Valdo ecc.

Pensiamo che l'epoca di Tiatira corrisponda alla prima parte del periodo durante il quale la Chiesa si trovò nel "deserto", separata dal mondo, mentre il Papato otteneva pieni poteri. "Queste cose dice il Figlio di Dio". Questa dichiarazione è espressiva perché era sorto allora un usurpatore, il Papato, che come predetto da Daniele, "aveva una bocca che diceva grandi cose", perché dichiarava di essere il Vicario di Cristo e si spacciava per portavoce di Dio. Nostro Signore annunciò invece di avere solo Lui il diritto di parlare attraverso la Sua Parola Scritta, la sola autorità legale.

La Chiesa vergine sopportò molti disagi nel deserto mentre la Chiesa apostata, la meretrice, manifestando la sua lascivia sedeva sul trono con i suoi amanti regali. Il messaggio fu inviato a Tiatira da Colui "che ha gli occhi come fiamma di fuoco" (Apoc 2:18), (per vegliare allora sui Suoi fedeli, mentre questi vagavano per valli tenebrose o si nascondevano nelle più buie spelonche della terra) e "i cui piedi sono simili a bronzo lucente" (Apoc 2:18) (per camminare insieme a loro mentre scalavano aspre montagne o camminavano con i piedi piagati e stanchi in cerca di un luogo in cui piantare i semi della Verità).

Ciò si riferisce in particolare a Pietro Valdo e ai Valdesi. Valdo, un ricco mercante di Lione, si convertì nel 1168; diede ogni sua proprietà ai poveri per vivere come Cristo e gli apostoli. La storia di Elia e dei suoi rapporti con Achab e Jezebel è profetica. Jezebel, protettrice dei profeti di Baal, è un tipo della Chiesa papale, la madre delle abominazioni (1 Re 18:17-19; 2 Re 9:22). Achab, suo marito, re d'Israele, rappresenta i re o i regni d'Europa, che hanno commesso fornicazione spirituale con la "Madre Chiesa". L'Elia di Malachia capitolo IV rappresenta evidentemente la vera Chiesa nella sua condizione militante, che doveva giungere a compimento fino al pieno numero predestinato di 144.000 membri (Rom 11:25; Ap 14:1-3).

I tre anni e mezzo di siccità e carestia per Israele al tempo di Elia (durante i quali il profeta fu miracolosamente nutrito) sono tipici dei tre tempi e mezzo, cioè dei tre anni e mezzo simbolici di siccità e di carestia spirituali per la Cristianità predetti da Amos 8:11, durante il regno della simbolica Jezebel e dei suoi amanti regali. Se confrontiamo Dan 7:25 e 12:7 con Ap 11:2,3,9,12 e 12:6,14 troviamo che durano lo stesso tempo. Nel linguaggio simbolico: Un "tempo" è composto di 12 mesi, di 30 giorni ciascuno. Un anno simbolico è 360 giorni letterali e tre anni e mezzo (o tre volte e mezzo 360) fanno 1260. Anche 42 mesi (Ap 13:5) moltiplicati per 30 giorni al mese fanno 1260 giorni simbolici, ma siccome un giorno rappresenta un anno (Num 14:34; Ez 4:6), fanno 1260 anni.

Questa è una prova del modo usato da Dio per istruirci su come calcolare il tempo simbolico. Così vediamo che la fuga dei veri figli di Dio nel deserto, lontano dalla falsa Chiesa, per 1260 anni, durante i quali la Chiesa meretrice governava come regina e viveva nelle delizie con i re della terra, fu predetta chiaramente dalla fuga di Elia lontano da Jezebel e dai tre anni e mezzo di carestia (1 Re 19:1-3; 17:1; Luca 4:25). La descrizione di Jezebel in questo messaggio ricalca esattamente il comportamento della Chiesa di Roma, che ha indotto a "mangiare cose sacrificate agli idoli". Come possono essere meglio descritte le idee pagane insegnate dal Papato ed ereditate dal Protestantesimo? L'immortalità naturale di tutti gli uomini, nella quale credevano i peggiori idolatri, gli Egizi, l'eternità del peccato e, peggio ancora, la degradazione del carattere di Dio, nel credere che sia capace di condannare i peccatori al fuoco eterno dell'inferno, fu tale che nessuna mostruosità inventata dai sacerdoti pagani può esserle paragonata: invece di un padre amorevole, un gigante vendicativo, infinitamente crudele, non solo con i suoi nemici ma anche con coloro che non hanno mai sentito parlare di Lui e che non possono né compiacerlo né dispiacergli. Veramente ci fu detto che Lui (o piuttosto Suo Figlio) fosse l'Amore personificato, ma questa idea fu confusa con quella del tormento eterno e il risultato fu Babilonia (confusione).

"Essa insegna e seduce i miei servitori a commettere fornicazione" (Apoc 2:20). La fornicazione spirituale è l'unione fra Chiesa e Stato. Il messaggio qui allude anche all'unione futura dei Protestanti con lo Stato. Tale fu la seduzione della Chiesa di Roma da indurre anche loro a cadere nello stesso errore. "Io gli ho dato del tempo per ravvedersi". (Apoc 2:21). La Chiesa di Roma ebbe da Dio del tempo per ravvedersi, cioè per riformarsi. Tale tempo cominciò quando la luce della Riforma albeggiò su di lei e si sarebbe concluso quando Nostro Signore avrebbe detto alla Chiesa ufficiale quello che aveva detto alla nazione d'Israele: "La vostra casa sta per esservi lasciata deserta" (Matt 23:38). La Chiesa ufficiale infatti sarebbe stata rigettata da Cristo tre anni e mezzo dopo il Suo Secondo Avvento, nel 1878, proprio come la nazione d'Israele fu rigettata da Dio alla morte di Gesù, nel 33, tre anni e mezzo dopo il Suo battesimo nel Giordano. A che periodo corrisponde il "tempo" concesso alla Chiesa di Roma per riformarsi? 360 anni.

Dagli eventi vediamo che corrisponde ad un anno profetico di 360 giorni e, per la regola "un giorno per anno", equivale a 360 anni. Le 95 tesi di Lutero furono appese alla porta della Cattedrale di Wittenberg il 31 ottobre 1517. Se datiamo l'inizio di questo "tempo" dalla primavera del 1518, quando erano trascorsi i mesi necessari al diffondersi della luce della Riforma, si giunge alla primavera del 1878. Durante tale periodo di 360 anni la Chiesa di Roma non accettò di riformarsi, cioè di ravvedersi. Il Signore aggiunse: "E quelli (i re d'Europa) che commettono fornicazione con lei (la Chiesa di Roma) li getterò (dal 1914) in una (progressiva) grande tribolazione se non si ravvedono delle opere d'essa". (Apoc 2:22)

"E metterò a morte le sue figlie" (Apoc 2:23), le Chiese protestanti attuali. Malattie spirituali le stanno facendo morire, nonostante che vari "medici" abbiano cercato di curarle. La loro cangrena spirituale sta andando avanti. Esse, come figlie di Jezebel, la Chiesa di Roma, ne hanno ereditato lo spirito persecutorio e perciò sono condannate a morte come i 450 sacerdoti di Baal che Jezebel aveva nutrito e che Elia fece perire (1 Re 18:38-40). "Ma a voi e agli altri che sono in Tiatira, a quanti non hanno questa dottrina e non hanno conosciuto le profondità di Satana, come essi le chiamano, io dico: non vi impongo alcun altro peso" (Apoc 2:24).  Vi sono dottrine che molti chiamano le profondità di Dio, ma che Nostro Signore chiama invece col loro proprio nome: "le profondità di Satana".

Quando parliamo dei rapporti fra Dio e l'umanità e dell'apparente ingiustizia divina nel condannare l'ignorante al tormento eterno, udiamo molti affermare che non possiamo comprendere il Piano di Dio, che Lui non ce lo ha rivelato, che i nostri ragionamenti sono pure speculazioni e che tutto ciò appartiene alle profondità di Dio. Citano: "Occhio non ha visto, orecchio non ha udito" ecc., ignorando che Paolo continuò dicendo: "Ma Dio le ha rivelate a noi mediante il Suo Spirito". Benché l'Anticristo abbia recato solo odio sul nome del nostro Padre e infamia sul Suo carattere, certa gente continua ad affermare che non è compito nostro quello di chiarire tutto ciò e che lo farà Dio stesso nel Giorno del giudizio, quando, secondo la loro teologia, sarà troppo tardi per l'umanità per compiere qualcosa di buono. Noi, che conosciamo il Piano di Dio, riteniamo giusto far tutto ciò che è in nostro potere per porre il carattere e il comportamento di Dio nella giusta luce davanti al mondo.

"ma tenete fermamente a ciò che avete finché io venga" (Apoc 2:25). Pensiamo di conoscere alcuni che ancora oggi hanno lo spirito di Tiatira. La Chiesa di Roma era a quel tempo all'apice della sua gloria e dichiarava di essere il Regno di Cristo, che sarebbe iniziato quando assunse il potere il Suo Vicario, il Papa. L'Anticristo si era così seduto nel tempio di Dio (la Chiesa ufficiale), presentandosi tramite i suoi ministri come "Nostro Signore Dio il Papa", governando le nazioni e le Chiese con una verga di ferro, frantumando come vasi d'argilla quelli che non riconoscevano la sua autorità.

La caratteristica di questo periodo di Tiatira fu il regno della falsa Chiesa, quindi la promessa di Nostro Signore al vincitore fu: "A chi vince e ritiene fino alla fine le opere mie, darò potestà sulle nazioni ed egli le governerà con uno scettro di ferro ed esse saranno frantumate come vasi d’argilla, come anch’io ho ricevuto autorità dal Padre mio (Apoc 2:26,27), "e darò a lui la stella del mattino" (Apoc 2:28). Al fedele è promessa non solo la luce della stella che annuncia il giorno, ma anche, in base alla sua comparsa nel cielo, la prova cronologica della fine del tempo della notte e dell'inizio dell'aurora. Questa stella rappresenta Gesù al Suo Secondo Avvento che come quell'astro sorge molto presto, all'alba del giorno della risurrezione, mentre è ancora buio per tutto il mondo, quando non c'è luce sufficiente se non per la Sposa (la vera Chiesa) che veglia in attesa dello Sposo (Gesù Cristo): perciò essa riceve la luce della stella del mattino un po' di tempo prima del sorgere del sole.

A coloro che continuano ad operare in armonia col Piano di Dio (cosa che possono fare solo camminando alla luce della Presente Verità) è promesso non solo un incremento di luce, ma una luce superiore a quella mai avuta prima. Infatti è apparsa in cielo la stella del mattino, prova sicura del sorgere dell'aurora del giorno e dell'approssimarsi del glorioso Sole della Giustizia, che non porterà tenebre né distruzione, ma la guarigione nelle sue ali (Mal 4:2).

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