Apocalisse
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Messaggio alla Chiesa
di Sardi
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APOCALISSE
(Capitolo 3:1-6)
(riferimento: periodo prima della Riforma del XVI secolo)
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"1 E all’angelo, della chiesa in Sardi scrivi: queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle. Io conosco le tue opere; tu hai la reputazione di vivere, ma sei morto. 2 Sii vigilante e rafferma il resto delle cose che stanno per morire, perché non ho trovato le tue opere compiute davanti al mio Dio. 3 Ricordati dunque quanto hai ricevuto e udito; serbalo e ravvediti. Se tu non vegli, io verrò su di te come un ladro, e non saprai a quale ora verrò su di te. 4 Tuttavia hai alcune persone in Sardi che non hanno contaminato le loro vesti; esse cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degne. 5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. 6 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese". (Apocalisse 3:1-6)
Rovine di Sardi
L’angelo della Chiesa di Sardi fu rappresentato principalmente da John Wyclif, da Jan Hus, da Girolamo da Praga, da John Wessel Gansfort ecc. L'epoca di Sardi fu il breve periodo prima della Riforma del XVI secolo, un tempo in cui la vera pietà era quasi del tutto scomparsa. Non c'è una vera e propria linea di confine tra la fine della quarta epoca e l'inizio della quinta, fino alla Riforma, essendo graduale il passaggio dell'una all'altra. La Chiesa di Tiatira infatti rappresenta il sacrificio della propria vita e delle proprietà dei cristiani mentre quella di Sardi è il piccolo residuo della precedente epoca, che subisce la stessa persecuzione.
Sardi significa "quel che resta", cioè un piccolo residuo di fedeli, perché dalla Chiesa ufficiale se ne era andata la vita e la virtù, apparendo ciò che non era, avendo la forma della pietà, ma avendone rinnegata la potenza "Hai fama di esser vivo, ma sei morto" (Apoc 3:1). Sardi era quel che restava della vera Chiesa, che era stata da tempo condotta nel simbolico deserto. Quando la sua persecuzione da parte del Papato cominciò a diminuire anche il suo zelo decrebbe. La persecuzione ha sempre sviluppato il vigore della Chiesa. Tiatira fu lodata per le sue opere (Ap 2:19), Sardi no. "Non ho trovato le tue opere compiute davanti al mio Dio" (Apoc 3:2)
L'amore della Chiesa ufficiale di Sardi verso le Scritture era evidentemente diminuito, tanto da essere invitata dal Signore a "ricordarsi di quel che aveva ricevuto e udito" (Apoc 3:3). Il suo angelo fu rappresentato principalmente da John Wyclif, da Jan Hus, da Girolamo da Praga, da John Wessel Gansfort ecc. A Sardi il Signore disse: "Io verrò", essendo la Sua Seconda Venuta futura rispetto a quell'epoca. Tuttavia molti oggi hanno le caratteristiche di Sardi e per essi c'è un avvertimento fatale in...Apocalisse: "Se non sarai vigilante, io verrò come un ladro e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti". (Apoc 3:3)
Sette volte la Seconda Venuta del Signore è descritta nella Bibbia come se Gesù fosse un ladro, che viene di nascosto. Solo quelli che vegliano possono riconoscere un ladro che si avvicina. Quelli che dormono invece si destano solo dopo che il ladro ha preso pieno possesso delle loro cose, quando la sua opera devastante è giunta a buon punto. Allora si destano, ma troppo tardi, e restano sorpresi. Nello stesso modo avviene la Seconda Presenza di Nostro Signore, invisibile ed ignota per vari anni dal Suo arrivo tranne che per coloro che vegliano. Questa Sua Presenza sarà riconosciuta da quelli che dormono solo quando il frastuono dovuto al furto nella Casa dell'Uomo forte (Satana il Diavolo) crescerà progressivamente. Allora capiranno di chi si tratta e che cosa sta accadendo.
La ragione per cui molti Cristiani non possono attualmente riconoscere la Parousia (presenza) di Nostro Signore è che aspettano un Cristo in carne ed ossa, visibile all'occhio naturale, che dia una prova tangibile che non possano fraintendere. Non capiscono che i corpi spirituali non sono visibili all'occhio umano senza un miracolo e quindi non comprendono come Gesù possa essere presente mentre "tutte le cose continuano nello stesso modo come dal principio della creazione" (2 Pt 3:3,4). Così sono incapaci di comprendere "i segni dei tempi" che rivelano il Suo ritorno.
"Il vincitore sarà vestito di vesti bianche" (Apoc 3:5). In questo versetto, come in tutta la Bibbia, c'è il pensiero costante che la classe eletta, che riceverà la gloria più elevata, l'onore e la benedizione dal Signore, deve dimostrare la propria lealtà vincendo in questa vita. Non basta essere stati vincitori della propria volontà all'inizio della nostra carriera di Cristiani, perché poi dovremo sopportare ancora prove e difficoltà da vincere. Il Signore ha promesso che la Sua grazia sarà sufficiente in ogni momento di bisogno (2 Cor 12:9) perché il vincere è progressivo nell'arco della nostra vita. All'inizio della nostra esperienza cristiana veniamo rivestiti figuratamente di bianche vesti, che rappresentano la giustificazione potenziale, poiché siamo giustificati gratuitamente per la nostra fede in Cristo.
La veste bianca è anche detta "la veste della giustizia di Cristo" proprio perché l'abbiamo tramite Cristo soltanto. È di lino bianco, che significa purezza, perché da quando Cristo ci ha permesso di servirci del Suo merito è come se una veste di lino bianco coprisse le nostre imperfezioni. Da allora siamo esortati a non macchiarla col mondo: l'imputazione della giustizia concessaci deve essere conservata, mantenuta sino alla fine della prova, che coincide con la fine della vita. I vincitori riceveranno alla risurrezione un nuovo corpo spirituale di perfetta purezza e così la loro veste bianca sarà mutata da quella della perfezione imputata (la giustificazione per fede) a quella della completa perfezione del corpo celeste. Il corpo della risurrezione sarà così puro e senza macchia da essere chiamato "una veste bianca".
"Tuttavia hai alcune persone in Sardi che non hanno contaminato le loro vesti; esse cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degne" (Apoc 3:4). Si comprende che la maggioranza della Chiesa di Sardi non mantenne bianche le proprie vesti della giustificazione ottenuta per fede nel sacrifìcio di Cristo. Nessuno otterrà il premio della gloria celeste se non mantiene le proprie vesti incontaminate dalla carne. Chiunque non fa così non sarà della classe dei vincitori, ai quali è data questa particolare benedizione: chi vince sarà vestito di bianche vesti. Giovanni disse: "Il sangue di Gesù Cristo... ci purifica da ogni peccato" ( 1 Giov 1:7), cioè da ogni errore non intenzionale, che sporchi le nostre vesti. Chiunque non si mantiene puro non è un "vincitore".
Evidentemente la maggioranza del popolo di Sardi era della Grande Moltitudine di (Apoc 7:9-17) ed aveva bisogno di "essere zelante e di pentirsi" perché non era in condizione di ricevere la più grande benedizione. Il principio è applicabile evidentemente non solo alla Chiesa di Sardi, ma alla Chiesa in generale. L'amore di se stessi, della popolarità e della prosperità mondana devono essere vinti, così come l'amore per i credi e per le teorie dell'uomo.
La Bibbia menziona due libri della vita:
- Uno per la Chiesa, che appartiene all'età del Vangelo, infatti leggiamo: ..."e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita" (Apoc 3:5)
- L'altro per l'umanità, che appartiene all'età del Millennio..."E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita" (Apoc 20:12).
L'invito dell'età del Vangelo è per una classe speciale di Cristiani separata dal peccato. Il libro della vita che è aperto in questo periodo di tempo è quello in cui sono scritti solo in nomi dei vincitori dell'età del Vangelo. Quando noi intraprendiamo i passi della consacrazione e veniamo generati dallo Spirito Santo è giusto che si sia riconosciuti come appartenenti alla famiglia di Dio. Proprio come una famiglia ha un registro dei nomi dei suoi membri (Giuseppe, Maria, Marta ecc.) così è per quelli che divengono membri della famiglia di Dio tramite Cristo; i loro nomi sono scritti nei cieli. Questa registrazione celeste avviene durante la vita del consacrato.
I nomi di tutti i consacrati sono quindi iscritti nel libro della vita durante tale età, non solo quelli del Piccolo Gregge ma anche quelli della Grande Moltitudine. Ma quest'ultima non risulta composta da vincitori nel vero senso della parola, ma da persone che non sono rimaste fedeli fino alla fine e perciò i loro nomi sono via via cancellati dal libro. Ciò significa che quelli i cui nomi restano scritti nel libro della vita sono membri della famiglia di Dio e della classe della Sposa di Cristo. "ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli". (Apoc 3:5). Se il tuo nome e il mio sono lì, nel cielo, suppongo che il Padre li conosca e che anche gli angeli abbiano modo di conoscerli, ma se tu ed io non riusciamo a vincere, allora i nostri nomi saranno cancellati.
Benché si sia stati generati da Dio, non siamo stati ancora introdotti alla Sua presenza. Gesù Cristo non è solo il nostro Sposo, ma anche il nostro Fratello Maggiore che, dall'altra parte del velo della carne, aspetta che noi, suoi fratelli, si passi oltre. E quando saremo passati oltre il velo della carne, il Nostro Signore, che è l'unico cui Dio ha affidato l'opera di istruirci nella scuola celeste, ci introdurrà alla presenza del Padre. Altrove Nostro Signore ha detto che se noi ci vergogniamo di Lui, Lui si vergognerà di noi.
Questa espressione implica che solo il Piccolo Gregge sarà introdotto davanti al Padre e ai Santi angeli come Sposa di Cristo. Questo è illustrato dal Salmo 45: "Ella (la Sposa di Cristo) sarà condotta al re avvolta in vesti ricamate; le vergini sue compagne (la Grande Moltitudine) che la seguiranno, gli saranno poi presentate". Da ciò si comprende la prima a essere introdotta davanti al Padre è solo la classe della Sposa e noi speriamo di farne parte.
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