Apocalisse - Le Grandi Verità della Bibbia

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Apocalisse

Pubblicazioni > Le Sette Chiese

Messaggio alla Chiesa
di  Filadelfia
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APOCALISSE
(Capitolo 3:7-13)

(riferimento: dalla Riforma al Secondo Avvento del Signore)
Pagina 12

"7 E all’angelo della chiesa in Filadelfia scrivi: queste cose dice il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre. 8  Io conosco le tue opere; ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, nonostante tu abbia poca forza, hai custodito la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. 9  Ecco, io ti consegno alcuni della sinagoga di Satana, che si dicono Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi e conosceranno che io ti ho amato. 10  Poiché hai custodito la parola della mia costanza, anch’io ti custodirò dall’ora della prova che verrà su tutto il mondo, per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra. 11  Ecco, io vengo presto; tieni fermamente ciò che hai, affinché nessuno ti tolga la tua corona. 12  Chi vince io lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non uscirà mai più fuori; e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome. 13  Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese2. (Apocalisse 3:7-13)


Resti di una chiesa bizantina di Amman/Filadelfia

L’angelo della Chiesa di Filadelfia fu rappresentato principalmente da Lutero e dai grandi Riformatori. "Filadelfia" significa "amor fraterno". Questo stadio della storia della Chiesa cominciò alla Riforma e finì al Secondo Avvento del Signore, anche se vi sono molti ancora oggi che hanno amor fraterno, tanto da essere perseguitati e rigettati dalle Chiese attuali, orgogliose e vanagloriose. Possiamo capire meglio il messaggio a questa Chiesa se consideriamo la situazione di Roma quando cominciò la Riforma.

La Chiesa romana dichiarava di essere l'unica santa e vera, di avere l'eredità di Davide (il trono e il regno di Dio), di essere l'unica vera "sinagoga" (assemblea o comunità) di Dio, l'unica ad esser colma del favore e dell'amore di Dio, di essere la città di Dio, la sola ad avere il diritto di portare il Suo nome e di avere infine il potere di legare e di sciogliere, di aprire e di chiudere la porta del cielo. "E all’angelo della chiesa in Filadelfia scrivi: queste cose dice il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre" (Apoc 3:7).

Nostro Signore Gesù Cristo però non ha dato queste ultime prerogative all'uomo fallibile. Egli è Colui che aprì la porta d'ingresso nella Sua Chiesa e che diede a Pietro come Suo rappresentante le chiavi per aprirla nel Suo nome, sia ai Giudei che ai Gentili.
Pietro l'aprì ai Giudei alla Pentecoste e, dopo tre anni e mezzo, ai Gentili a Cesarea (Atti 2:10). Ma Pietro si addormentò nella morte e il Maestro riprese le chiavi: nessun "successore di San Pietro" c'è mai stato e mai ci sarà. La porta d'ingresso nel Regno di Dio non sarà chiusa finché l'ultimo membro della Chiesa eletta e fedele non sia entrato nella Sua gloria. Quando tutte le "vergini" saranno state provate dalla Verità, la porta dell'opportunità di far parte della Sposa di Cristo sarà chiusa.

La Riforma

C'è una considerevole somiglianza tra l'opera iniziata alla Pentecoste e quella cominciata da Lutero e dai suoi amici. La Riforma fu, in un certo senso, il principio di una nuova era, un'aurora di luce dove tutto era tenebre, la separazione del vero dal falso ed un nuovo inizio nel cammino della Verità. La porta del Regno di Dio fu di nuovo aperta e nessuno potè più chiuderla. La Bibbia cominciò a circolare tra le mani della gente e "quella donna Jezebel" (la Chiesa di Roma) non potè impedirlo. Senza dubbio tutti i poteri di Satana e dei suoi alleati umani furono usati per chiuderla, ma il Verace aveva detto: "Che nessun uomo può chiudere" (Apoc 3:8).

Paragonata ai potenti eserciti nemici la piccola compagnia di Riformatori ebbe "poca forza", ma sapeva di avere la Verità e la piena fiducia di Colui che la dispensava. Così il Maestro potè dire: "Hai serbata la mia Parola e non hai rinnegato il mio nome" (Apoc 3:8). Poi aggiunse: "Ecco, io ti do quelli della sinagoga di Satana (i seguaci di Roma papale) che dicono di essere Giudei (lodatori di Dio, cioè Israeliti spirituali) e non lo sono, ma mentiscono; ecco, io li farò venire a prostrarsi davanti ai tuoi piedi e riconosceranno che t'ho amato" (Apoc 3:9). Quando l'ora della tentazione che verrà sul mondo avrà umiliato il loro orgoglio (i seguaci di Roma papale), capiranno chi sono stati gli Eletti e verranno a rendere omaggio ai loro piedi. (1° Pietro 2:11,12 - Apoc 3:10).

A Filadelfia il Signore disse: "Io vengo presto" (Apoc 3:11), essendo la Sua Seconda Venuta di poco successiva a quel periodo. Molti credono al Secondo Avvento di Cristo, ma, sbagliando nel riconoscere il modo della Sua Venuta e la realtà della Sua Presenza, ancora lo aspettano e si congratulano con loro stessi per la loro paziente attesa e per l'attenzione che pongono al Suo Ritorno. Dicono: "Quando verrà lo sapremo". Se chiediamo loro con che corpo verrà citano: "Questo stesso Gesù", non ricordando che Gesù, dopo la Sua risurrezione, non fu riconosciuto da quelli che lo avevano visto quotidianamente per anni. Da che ascese al cielo e fu glorificato non possiamo vederlo com'è se non dopo essere divenuti come Lui. (1 Giov 3:2).

Lo aspettano con un corpo carnale, ma Egli viene come un ladro nella notte, silenziosamente, e con un corpo spirituale, quindi invisibile, e, nell'offrire la Sua ricompensa, non da' la corona a loro ma ad altri. "Tieni fermamente quello che hai affinchè nessuno ti tolga la tua corona" (Apoc 3:11). Queste parole di Gesù sono adatte ad ogni tempo, tanto che noi ora, come quelli cui furono rivolte, possiamo trarne ammaestramento. Non furono rivolte al mondo, né alla Chiesa ufficiale, ma alla vera Chiesa.

La Chiesa composta da 14000 membra

Una corona di gloria è in serbo per ogni figlio di Dio e il suo nome è registrato nel libro della vita dell'Agnello. Questa Scrittura, insieme ad altre, ci mostra in modo inequivocabile che la Chiesa eletta è composta di un numero definito e fisso di 144.000 membri, né uno più né uno meno: (1 Cor 12:27,12,18,20)  - (Ap 7:1-3; Ap 14:1). "Chi vince io lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non uscirà mai più fuori" (Apoc 3:12). Nel periodo di Filadelfia, specialmente durante la prima e l'ultima fase di esso, i fedeli sono stati obbligati ad uscire dal tempio (Chiesa) ufficiale per trovare la libertà o ne sono stati espulsi per la loro corretta testimonianza. La ricompensa è che saranno una parte vitale, una colonna, nel vero ed eterno tempio, che non potrà essere portata via o eliminata finché tale costruzione esisterà.

Durante la loro vita, non solo i loro nomi furono cancellati dai registri delle Chiese come se fossero dei malvagi, ma vennero anche arsi sul rogo come infedeli o eretici; non furono riconosciuti come figli di Dio, come cittadini della città celeste, come Cristiani. Alla loro risurrezione accadrà l'opposto: il Signore, che sa che sono Suoi, al tempo stabilito li riconoscerà pienamente ed eternamente come tali. "e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome" (Apoc 3:12). Gesù, pur nella gloria celeste, si riferisce sempre a Geova come al Suo Dio, non facendosi mai uguale a Lui. Egli ha un nuovo nome: ciò suggerisce l'idea di un cambiamento del ruolo di Cristo per Israele restaurato e per le nazioni della terra nell'età futura (At 15:14-16).

Sarà conosciuto da loro come: "Nostra Giustizia di Geova". Com'è appropriato questo nome per l'opera di Nostro Signore Gesù! Non è forse il rappresentante della Giustizia di Dio? E non ha sofferto la penalità della Giustizia come riscatto per l'uomo onde dimostrare che Dio è giusto e che è anche il giustificatore di chi crede in Gesù? Certamente nessun altro nome può essere più adatto a Lui (Ger 33:15,16 - 23:5,6). Melchisedek fu un tipo di Cristo e il suo nome significa "re di Giustizia"  (Eb 7:1,2). Tale nome sarà appropriato anche per la Chiesa glorificata: essa non solo ha partecipato alle afflizioni del Signore per giustizia "compiendo quel che resta delle sofferenze di Cristo" (Col 1:24) - (1° Pietro 5:9), ma sarà anche partecipe della gloria del Suo Signore, come una moglie partecipa agli onori e al nome di suo marito. (Is 9:6 - Apoc 2:17 - Apoc 19:12).

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