Apocalisse
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Messaggio alla Chiesa
di Laodicea
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APOCALISSE
(Capitolo 3:14-22)
(riferimento: si riferisce alla Chiesa ufficiale (Babilonia) della fine dell'età del Vangelo,
specialmente a quella protestante, sviluppatasi nell'epoca di Filadelfia)
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"14 E all’angelo della chiesa in Laodicea scrivi: queste cose dice l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio.
15 lo conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! 16 Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca. 17 Poiché tu dici: Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me dell’oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire così la vergogna della tua nudità, e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda. 19 lo riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti. 20 Ecco, io sto alla porta e busso, se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me. 21 A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. (Apocalisse 3:14-22)
Ritrovati resti della Chiesa di Laodicea
L'angelo di Laodicea è il residuo degli eletti presente sulla terra al ritorno di Cristo. "Laodicea" significa in greco "un popolo esaminato o giudicato" Si riferisce alla Chiesa ufficiale della fine dell'età del Vangelo, specialmente a quella protestante, sviluppatasi nell'epoca di Filadelfia e ora esaminata da Cristo e trovata carente. Quest'epoca corrisponde nel tipo al periodo del fariseismo giudaico e riguarda la condizione delle nazioni protestanti al ritorno del Signore nel 1874, quando è rimasta ben poca fede sulla terra.
Lo zelo missionario della Chiesa di Filadelfia, che in breve tempo infiammò l'intera massa della Cristianità riformata, è decaduto nella tiepidezza. I Protestanti si dichiarano ancora Cristiani, orgogliosi della loro professione di fede, con un elevato modello di moralità, una vita onesta, un credo conservatore, ma non c'è più un loro nemico dichiarato, come nell'epoca di Filadelfia, perché c'è solo fariseismo e tiepidezza, una via di mezzo fra empietà e pietà. C'è timore di Dio, ma più ancora timore degli uomini. C'è gran rispetto per la Bibbia, ma non sufficiente buon senso da permettere agli uomini di comprendere le sue dottrine, i suoi precetti e le sue denunce.
Se meditiamo sul significato delle parole di Cristo presenti in questo messaggio, vediamo che sono inviate in modo particolare a coloro che portano il Suo nome, ma rinnegano la Verità che Lui stesso rappresenta. Quelli che leggono questo messaggio devono farci particolare attenzione. Gesù inizia il Suo discorso affermando: "Queste cose dice l'Amen" (Apoc 3:14). Amen vuol dire "in verità" ed è il termine con cui Gesù era solito far precedere un Suo discorso particolarmente solenne: infatti subito dopo si definisce "il principio della creazione di Dio", la prima creatura di Dio sul piano spirituale e l'unica creata direttamente da Lui (Giov 1:18; Col 1:15).
Alla domanda: "Cosa pensate di Cristo? Di chi sia figlio?" (Matt 22:42) i Protestanti rispondono con la dottrina della Trinità, ma essa è completamente opposta alla Scrittura e non ha un singolo versetto che la sostenga, specialmente quando sappiamo che il versetto di 1°Giov 5:7 è spurio, eliminato da tutte le Bibbie moderne, e soprattutto quando abbiamo ben compreso il versetto di Giov 1:1 ("In principio era la Parola, la Parola era presso Iddio e la Parola era un Dio"). Suggeriamo a chiunque non abbia chiaro questo concetto di leggere il capitolo XVII del Vangelo di Giovanni.
La Chiesa ufficiale dell'epoca di Laodicea non è "fredda" (Apoc 3:15): i suoi membri hanno molto zelo, ma non secondo accurata conoscenza. Dichiarano che il loro scopo principale nella fatica che durano e negli sforzi organizzativi che compiono è quello di convertire i peccatori, di generare figli spirituali. Il profeta mette queste parole nelle loro bocche, quando si desteranno ad una maggiore consapevolezza della loro situazione: "Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida durante le sue doglie, così siamo stati noi alla Tua Presenza, o Signore. Abbiamo concepito, siamo stati in doglie e, quando abbiamo partorito, era vento; non abbiamo portato nessuna salvezza alla terra, né gli abitanti della terra sono venuti alla vita (spirituale)". (Is 26:17,18).
Questo diranno dopo che avranno compresa la Seconda Presenza del Signore. Non essendo né freddi (come coloro che non avanzano alcuna pretesa di essere esponenti della Verità di Dio) né caldi (come coloro che sono ripieni di devozione calorosa e amorevole per Dio), ma tiepidi, essi causano disgusto in Gesù Cristo al Suo ritorno invisibile e sono da Lui rigettati dall'essere i Suoi portavoce (Rom 11:21; Ap 18:2-5). Il Signore vomita, poco dopo il Suo ritorno invisibile, la tiepida Laodicea dalla Sua bocca (Apoc 3:16). Egli non combatte contro di lei come con Pergamo e Tiatira, né la giudica come Sardi, ma la rigetta interamente con sdegno e la lascia sguazzare nel fango. Per essere un ministro o un sacerdote nella Chiesa ufficiale di oggi, uno si deve portar dietro una riserva abbondante di sapienza umana, che Paolo disprezza e trascura (1 Cor 1:17; 2:16).
C'è un'altra sapienza che appartiene al Cristiano maturo, ed è quella che viene dallo Spirito, non dalle scuole di religione. Dio ha quindi scelto nuovi portavoce, incrementando la luce della conoscenza ad un Piccolo Gregge che desidera riceverla per poi divulgarla senza timore. Sono coloro che con umiltà e con preghiere cercano la Verità. Hanno un solo scopo: la gloria di Dio; un solo desiderio: fare la Sua volontà; una sola speranza: condividere tale gloria. Non dovremmo cercare la luce dove ne resta poca, cioè dove splendono i flebili riflessi di una gloria passata. Quel pallido chiarore che ora appare non è nient'altro che fumo illuminato dai raggi penetranti che vengono da una mano che in alto, sul muro, sta scrivendo: "MENE, TEKEL, UPHARSIN" (Dan 5:25-28).
I Cristiani ufficiali del tempo attuale dicono di essere ricchi di vita spirituale, di avere tutta la luce che esiste nel mondo e di non aver bisogno di nulla (Apoc 3:17). Come Babilonia dicono: "Siedo regina e non sarò mai vedova e non farò mai lamento" (Ap 18:7).
Come lei sono ciechi e non possono vedere la loro reale situazione. La nazione giudaica cadde perché non seppe riconoscere il tempo della Prima Presenza di Gesù Cristo (Luca 19:44) e lo stesso accadrà alla Cristianità alla fine di questa età, non avendo riconosciuto il tempo della Sua Seconda Presenza, che è una pietra d'inciampo e una roccia d'offesa per entrambe le case d'Israele (Is 8:14; Eb 3:5,6).
La casa d'Israele carnale non riconobbe la Sua Presenza nella carne; la casa d'Israele spirituale, la Cristianità, rifiuta oggi di riconoscere la Sua Presenza con un corpo spirituale. Come Egli potè esser visto solo dall'occhio carnale alla Sua Prima Presenza, così può essere riconosciuto solo con gli occhi dell'intendimento alla Sua Seconda Presenza. Quando saremo glorificati in cielo come Lui, allora Lo vedremo quale Egli è. Se la Chiesa ufficiale dell'epoca di Laodicea è così cieca da non poter vedere la sua reale condizione, come ci si può aspettare che possa capire ciò? Quando lo capirà, si vedrà "miserabile, povera e nuda" (Apoc 3:17).
- Povera dello spirito del Maestro e della Verità,
- Cieca perché il dio di questo mondo (Satana il diavolo) ha accecato il suo intendimento del carattere e del Piano di Dio. La sta conducendo sempre più lontano dalla fede nella Sua Parola, servendosi della guida di gente scelta e ben pagata, il clero, che in nome dell'Alta Critica e dell'evoluzione la sta progressivamente allontanando da tutto ciò che è apprezzato dal Signore.
- Nuda È infine denudata della veste della giustizia di Cristo, non avendo creduto nel prezioso sangue della redenzione, nel valore della morte del Redentore, ma in un processo evoluzionistico che non ha bisogno di Salvatore, che rinnega un'espiazione per i peccati, non credendo che vi sia peccato da redimere.
Qualcuno potrà dire: "Come può esser questa una descrizione della Chiesa di Dio? Non è essa fondata sulla Roccia che è Cristo?". Noi rispondiamo che la maggioranza di coloro che compongono le Chiese di oggi, non sanno nulla di tale Roccia e quelli che dichiarano la loro fede fondata su Cristo, se rifiutano di obbedire ai Suoi comandi, devono subirne le conseguenze. Il Suo comando è: "Uscite da essa (Babilonia mistica), o popolo mio, affinché non siate partecipi dei suoi peccati e non riceviate le sue piaghe" (Ap 18:4). Babilonia dice di essere "ricca, piena di beni e di non aver bisogno di nulla", di essere nella condizione più prosperosa che abbia mai avuto. Ha splendide chiese, alti campanili, eloquenti predicatori, ricchi fedeli, splendida musica, abbondanti salari e popolarità mondana.
Non sa invece che è "povera, miserabile e cieca", non accettando la Verità attuale e non ricordando che la sua popolarità mondana è un'evidenza del disfavore dello Sposo. "L'amicizia del mondo è inimicizia con Dio". E stata la portavoce dello Sposo e, tramite lei, Egli ha parlato al mondo, ma ciò non accadrà oltre. "In te non si udrà più la voce dello Sposo e della Sposa" (Ap 18:23).
Hanno bisogno:
- dell'oro, che è la sapienza che viene dall'alto provata nel fuoco della fede;
- delle vesti bianche, che sono la giustizia di Cristo perché non appaia la vergogna della loro nudità;
- del collirio, che apra loro gli occhi sulle miserabili condizioni in cui si trovano, collirio che è l'aiuto dello Spirito nell'intendimento della Sua Parola e nella rivelazione della Verità. (Apoc 3:18)
"lo riprendo e castigo tutti quelli che amo ; abbi dunque zelo e ravvediti" (Apoc.3:19) Le parole tradotte "riprendo" e "castigo" nel greco sono più energiche che nella nostra lingua. La prima significa "disonorare, far vergognare" e la seconda "educare come un bambino". Quale richiamo! Nessuna meraviglia che gli insegnanti orgogliosi e presuntuosi delle Chiese più note non possano udirlo. Nessuna meraviglia che chi lo ha udito si rifiuti di seguire le orme del capo della sua Chiesa.
"Ecco, io sto alla porta e busso, se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me" (Apoc 3:20). Ignoto alla Chiesa di Laodicea, il Signore è tornato e sta alla porta del cuore, non del peccatore ma del vero Israelita spirituale (Luca 12:35,36). Non potrebbe farlo se non fosse presente. Non c'è sempre stato, come qualcuno crede. a Sardi ha detto: "Io verrò"; a Filadelfia: "Vengo presto"; a Laodicea: "Busso, busso, Svegliatevi! Lasciatemi entrare!".
Udranno o faranno come la fanciulla del Cantico di Salomone (5:3), che destata dal Pastore che bussa, accampa delle scuse per non alzarsi dal letto e andarGli incontro? "Mi sono tolta la gonna. Me la rimetterò? Mi sono lavata i piedi, me li risporcherò?". Perché solo una piccola compagnia di fedeli partecipa oggi ad un continuo banchetto di verità? Perché un flusso di luce e di gloria scende su di noi in un crescente splendore? Perché il Maestro è venuto, si è cinto, ci ha fatti sedere ed ha cominciato a servirci.
"Se uno ode la mia voce". Dopo aver rigettato la Chiesa ufficiale (Babilonia) l'invito del Signore è individuale e non più collettivo. Chi non sente bussare non è ritenuto degno di udirlo. Solo chi è uscito da Babilonia può farlo (Ap 18:4). Non è giustificata una presunta sordità. Chi è stato destato deve aver udito. Gesù predisse chiaramente che sarebbe venuto come un ladro, ma non potè rivelare ai Suoi l'ora perché in quel tempo era ignota anche a Lui. I Suoi ordini furono semplici: "Vegliate".
Molti mancarono di farlo e sono caduti nell'errore. Se il padrone di casa sapesse a che ora verrà il ladro, resterebbe sveglio e così non vedrebbe la propria casa messa a soqquadro. Starebbe in guardia. Mentre la Chiesa ufficiale è ancora apparentemente potente e l'antica gloria ancora la circonda, mentre è ancora rispettabile ed onorevole essere un suo membro, il Piccolo Gregge di ricercatori della Verità è disprezzato e rigettato. E coperto di vergogna perché sfida la Chiesa mondana additandone gli errori. I suoi membri sono guardati dall'alto in basso da colei che siede orgogliosamente regina, innalzata dalle genti affinché possa avere una caduta più rovinosa (Ap 18:21).
"A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono" (Apoc 3:21). Cristo non sederà per sempre sul trono del Padre: ora ne ha uno proprio e lo occupa. E coloro che lo hanno seguito sulla via della Croce, lo condivideranno con Lui.
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