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Dio e la Ragione


Studio Sesto


La Terra Sussisterà per Sempre

Ciò che la Scrittura insegna sulla fine del mondo non ha niente a che vedere con la credenza popolare della distruzione e consumazione del nostro pianeta. Riferendosi a quest'ultimo evento, scrive il profeta Isaia: «Poiché così dice l’Eterno che ha creato i cieli, egli, il DIO che ha formato la terra e l’ha fatta; egli l’ha stabilita, non l’ha creata informe ma l’ha formata perché fosse abitata» (Isaia 45:18). Un altro profeta della Bibbia scrive: «Una generazione va, una generazione viene, ma la terra rimane in eterno» (Ecclesiaste 1:4). Gesù, nel sermone sul Monte, disse: «Beati i mansueti perchè essi erediteranno la terra.»




Tutti questi testi indicano che la distruzione letterale della terra non rientra nei propositi di Dio. La parola «mondo» è usata nella Bibbia, come anche nel linguaggio comune, per identificare i popoli che vivono sulla terra, la società in generale, con i suoi ordinamenti, le sue istituzioni. Così, ad esempio, se noi leggiamo attraverso i giornali, che il mondo è profondamente scosso da tale o tal'altra situazione politica, da questo o da quell'avvenimento, non pensiamo ad una scossa tellurica del nostro globo. Ebbene, la Sacra Bibbia, usa il medesimo linguaggio figurato quando descrive profeticamente i dolorosi eventi che dovranno aver luogo alla fine della presente età, eventi per mezzo dei quali l'odierno ordine sociale sarà distrutto e cederà il posto al Regno del Messia.

La parola «mondo» è pure usata nella Bibbia per denotare una «età», ossia un ciclo di secoli. In essa, anzi, sono menzionate diverse età, o mondi. Cosi leggiamo che un mondo finì al tempo del diluvio, senza che questo avvenimento comportasse la distruzione della terra. La parola di Dio menziona un altro mondo che ebbe inizio subito dopo il diluvio, da esser distrutto durante l'attuale presenza di Cristo. Parla, ancora, di un terzo mondo che, iniziando dalla fine di questo attuale, dopo un periodo di breve interregno determinato dal sovrapporsi delle due età, si estenderà verso l'eternità.

Quest'ultima età, viene inaugurata ai nostri giorni con il Regno Messianico. Tutti questi mondi sono suddivisi dall'apostolo Pietro nei loro aspetti sia materiali che spirituali con il nome di «terra» e «cieli» (2. Pietro 3). E' evidente che il linguaggio adoperato dall'apostolo in questo capitolo è simbolico perchè, se così non fosse, dovremmo concludere che il Creatore intende distruggere tutto il suo universo, in quanto sta scritto che «i cieli» passeranno stridendo e gli elementi divampati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa «saranno arse.» (2. Pietro 3:10). In verità la interpretazione letterale di questo passo sarebbe assurda.

L'apostolo Pietro in questa profezia usa il simbolo del «fuoco» per descrivere le influenze distruttrici che causeranno la fine del presente ordine di cose e che attraverso un'azione purificatrice, prepareranno la via al Regno di Dio, nella sua duplice manifestazione di «nuovi cieli e nuova terra dove giustizia abita». Pietro ci dice ancora che gli «elementi» si dissolveranno infiammati. Ora, che queste espressioni non si riferiscano affatto agli elementi fisici della terra, risulta evidente dal fatto che anche l'apostolo Paolo, con le stesse parole, ammonisce i cristiani a «non stare in servitù sotto gli elementi del mondo».


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