Trattati Biblici
Pubblicazioni > 12) QUANDO MUORE UN NOSTRO CARO
Quando Muore un Nostro Caro
Introduzione
"e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non vi sarà più;
né ci saranno più cordoglio, né grida, né dolore, poiché
le cose di prima saranno passate."
Apocalisse 21:4
"Signore, se Tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto" disse Marta a Gesù, in occasione della morte di suo fratello Lazzaro. Tale asserzione esprimeva un sentimento di gran rammarico, comune e sperimentato da milioni di esseri umani, quando la morte strappa qualcuno dei loro cari. Difatti, quanti pensieri e considerazioni, si accumulano, in tali luttuose contingenze, nelle menti dei familiari, soggiogati dal dolore! Se avessimo consultato uno specialista..., se lo avessimo ricoverato in una clinica...e tante altre espressioni del più grande dolore. Qualora la morte sia sopravvenuta in seguito ad un disastro ferroviario, stradale, o aereo, probabilmente avranno rimorso l'un con l'altro di non aver trattenuto a casa il loro caro. Nel caso di Marta, rileviamo che essa, nella offuscazione mentale, proveniente dal dolore, addebitò la morte del suo fratello all'assenza di Gesù da Betania, e, in tal senso, lo rimproverava. Molte persone, infatti, condividevano il punto di vista di Marta, circa la responsabilità di Gesù nella morte di Lazzaro, opinando che, avendone il potere — per altri miracoli che aveva operato — avrebbe potuto evitargli la morte. E non si spiegavano la ragione, per cui EGLI non aveva operato in tal senso, accorrendo alla chiamata di Marta, quando, poi, dimostrò di averlo amato tanto "da piangere per lui" (Giov. 11:34). Forse – pensavano - avrà peccato e perciò è stato punito. Ed ora quale sarà la sua posizione?
Avrà sofferto egli più ò meno di quanto ogni altro soffre, nel morire? Gli stessi assillanti interrogativi, concernenti la sorte di chiunque viene colpito dalla morte, turbinano nelle menti dei familiari, affranti dal dolore, al momento in cui la loro dimora è visitata dalla morte. Tutti, chi più, chi meno, non si stancano di chiedersi: 'che vi sarà, al di là della tomba? Verrà il tempo in cui potremo rivedere i nostri morti? Potremo rivivere assieme una vita nella pace e nella giustizia?" I cuori di milioni d'individui aspirano ad ottenere una risposta rassicurante a questi loro interrogativi e noi, grazie al Signore, siamo privilegiati di poter assicurare che, a queste loro domande, la Bibbia — PAROLA di DIO — può dar loro le più rassicuranti risposte. Intanto, molti si chiedono la ragione per cui tutti gli abitanti della terra muoiono. In generale, molte persone colte tendono a rispondere che il nascere, crescere e morire è nella natura stessa. Ma tale pensiero risulta inconsistente, poiché milioni d'esseri umani muoiono prima d'essere cresciuti, altri nella giovinezza, ed altri prima d'aver raggiunto la vecchiaia. E ciò perché la morte non rispetta nessuna regola, colpisce chiunque, sia giovane che anziano; sano, o malato; santo, o peccatore.
Intanto, a qualsiasi categoria appartiene il componente della famiglia, morendo, addolora sempre grandemente il complesso familiare che resta allibito. Noi non siamo mai disposti a morire e, anche dopo migliaia d'anni d'esperienza, con questo indefinibile mostro, divoratore accanito di esseri umani, la povera ed afflitta umanità non è in grado d'abituarsi, né ammettere, la sua luttuosa visita. La Bibbia spiega che gli esseri umani muoiono a causa del peccato, non quello individuale, ma quello 'originale', commesso dai nostri progenitori. Su tal soggetto, l'apostolo Paolo (Romani 5:12), scrive: "Siccome per mezzo d'un solo uomo, il peccato è entrato, e, per mezzo del peccato vi è entrata la morte, è in questo modo che la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.” Attenendoci, quindi, alla Parola di Verità, nel riconoscere che siamo tutti appartenenti alla morente razza umana, dobbiamo tenerlo ben presente, affinché, quando qualcuno della nostra famiglia vien radiato dalla morte, potremo riconoscere che il luttuoso evento, al quale dobbiamo sottostare, non è, in nulla e per nulla, attribuibile alla mancanza del nostro affettuoso interesse o di tentativi d'opporci all'opera distruttrice della morte, nè che essa costituisca una punizione divina, inferta al morto, o alla sua famiglia. Egli muore perché "tutti muoiono in Adamo" E l'apostolo Paolo, ai Corinzi, 15:22, soggiunge: "e, così, anche, in Cristo saranno tutti vivificati."
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