Trattati Biblici
Pubblicazioni > 12) QUANDO MUORE UN NOSTRO CARO
Quando Muore un Nostro Caro
I Morti dormono in Pace
Ritornando ai giorni di Gesù ed a quelli della famiglia a Lui diletta, dimorante in Betania, [Maria, Marta e Lazzaro] proviamo un consolante sollievo, per i dolci pensieri che suscitano nei nostri cuori, poiché, in visione, ci appare, dolce ed affabile, l'immagine di Gesù, la cui affettuosità, per Lazzaro, ispirava in Marta e Maria la più salda fede che EGLI sarebbe accorso in aiuto del loro fratello, non appena avesse appreso che era ammalato, e lo avrebbe guarito. L'esplicazione del suo ministero, però, avendolo allontanato da Batania, costrinse le sorelle ad inviarGli questo breve messaggio: "Signore, colui che Tu ami — Lazzaro — è malato . . (Giov. 11:3). Il messaggio giunse a Gesù, al di là del Giordano, ma EGLI restò qui ancora due giorni, quindi, disse ai discepoli: "il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo" (Giov. 11:11).
Questo annuncio sorprese i discepoli perché il Maestro voleva andare a svegliarlo, per cui gli dissero: "Signore, se egli dorme sarà salvo." "Or Gesù aveva parlato della morte di lui, mentr'essi pensarono che si riferisse al dormire del sonno. Allora Gesù disse loro, apertamente. "Lazzaro è morto" (vs. 13-14). Qui, Gesù stesso ci dà una interessante chiarificazione Scritturale, nei riguardi della morte. Essa rappresenta il sonno, nel quale i morti giacciono nelle tombe [il soggiorno dei morti], in attesa del risveglio che sarà eseguito da Gesù stesso "al tempo della restaurazione di tutte le cose" Atti 3:21. Nel dormire, si rilevano due caratteristiche principali. Una consiste nell'assoluta inconsapevolezza, per cui s'ignora ciò che avviene, intorno al dormiente: esso non sente dolore, né gioia, né sete, o fame, costernanti esperienze, fremiti di letizia, salvo, qualora dovesse sognarle. Le Scritture dicono, dei morti: "i viventi sanno che morranno, ma i morti non sanno nulla, né v'è più, per essi, alcun salario; poiché anche la loro memoria è dimenticata.”Ecclesiaste 9:5.
Ma v'è un'altra caratteristica, nel dormire effettivo: risiede nell'attesa del risveglio! Infatti, una madre che, con infinito amore pone il suo bimbo nella culla, per il riposo notturno, per conciliargli il sonno, lo culla e gli canta la ninna-nanna e, solo quando s'accorge che il fanciullo ha chiuso gli occhi, nell'entrar nel mondo dell'oblio, si allontana, sulla punta dei piedi, ed emette un sospiro di sollievo, in quanto è abituata al breve distacco del sonno ristoratore, dal quale la sua creatura, si sveglierà al mattino, nella consueta gioia per le cure che la madre gli elargisce. Ritornando a Lazzaro, Gesù chiarificò ai discepoli la situazione, come già esposto avanti, e soggiunse loro "apertamente, Lazzaro è morto, e per voi mi rallegro di non essere stato là, affinché crediate; ma, ora, andiamo da lui [a risvegliarlo — come lo risvegliò ed esporremo più avanti]. Gesù intendeva andare a risvegliare Lazzaro dal sonno della morte, ma non lo svelò ai discepoli, riservando loro la lieta sorpresa del miracoloso evento, sul posto, alla presenza delle sorelle e di tutti coloro che stimavano ed amavano Lazzaro.
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