Trattati Biblici
Pubblicazioni > 8) COSA INSEGNANO LE SCRITTURE SULL'INFERNO?
Cosa Insegnano le Scritture
sull'Inferno?
Inferno nel Nuovo Testamento
Nel Nuovo Testamento, la parola Greca hades corrisponde esattamente alla parola Ebraica sheol. Come prova vediamo le citazioni dell'Apostolo dal Vecchio Testamento, in cui è resa hades. Per esempio, Atti 2:27 "tu non lascerai l'anima mia nell'Ades", è una citazione dal Salmo 16:10 "tu non abbandonerai l'anima mia in potere della morte"; e in 1 Corinti 15:54,55 "La morte è stata sommersa nella vittoria». «O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?" è un'allusione a Isaia 25:8 "Annienterà per sempre la morte" e ad Osea 13:14 "sarei la tua peste, o morte; sarei la tua distruzione, o soggiorno dei morti".
"INFERNO" DALLA PAROLA GRECA "HADES"
- Matteo 11:23 " E tu, o Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino all'Ades";
-Luca 10:15 "E tu, Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino all'Ades" (nel privilegio di conoscenza e opportunità la città fu altamente favorita o, figurativamente, gettata nell'ades, rovesciata, distrutta. È ora così completamente sepolta nell'oblio, che anche il posto in cui stava è materia di discussione. Capernaum è certamente distrutta, spinta nell'ades);
-Luca 16:23 "E nell'Ades, essendo nei tormenti" (Una figura parabolica spiegata più avanti in questa pubblicazione);
-Apocalisse 6:8 "Guardai e vidi un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l'Ades" (simbolo di distruzione o della tomba);
-Matteo 16:18 "su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere" (nonostante le amare ed implacabili persecuzioni, anche fino alla morte, abbiano afflitto la Chiesa durante l'Età del Vangelo, esse non avrebbero mai prevalso su di lei fino ad estinguerla; e infine, mediante la risurrezione, compiuta dal suo Signore, la Chiesa prevarrà sull'ades, la tomba);
CRISTO NELL'"INFERNO" (ADES) E RISORTO DALL'"INFERNO" (ADES) - ATTI 2: 1,14,22-31
"Quando il giorno della Pentecoste giunse ... Pietro ... alzò la voce e parlò loro così:Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio ("E' stato dato a causa delle nostre offese"), voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami 8o bende) della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto (perchè la Parola di Geova ha precedentemente dichiarato la Sua risurrezione). Infatti Davide dice di lui (di persona o parlando di Lui): "Io (Cristo) ho avuto il Signore (Geova) continuamente davanti agli occhi, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha giubilato e anche la mia carne riposerà nella speranza; perché tu non lascerai l'anima mia nell'Ades, e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione. Tu (Geova) mi hai fatto conoscere (a Cristo) le vie della vita. Tu mi riempirai di gioia con la tua presenza". Qui nostro Signore, personificato dal profeta Davide, esprime la Sua fede nella promessa di Geova di un risurrezione e nel pieno e glorioso compimento del piano di Geova attraverso di Lui, e gioisce nel pensarlo.
Quindi Pietro prosegue dicendo: "Fratelli, si può ben liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d'oggi (così che questa profezia non poteva riferirsi a lui personalmente; perchè la sua anima era lasciata nell'"inferno", l'hades, e la sua carne vide la corruzione). Egli dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono; e, prevedendo le cose a venire (profeticamente), parlò della risurrezione di Cristo (fuori dall'"inferno", hades, al quale deve andare per le nostre offese), dicendo che l'anima sua non sarebbe stata lasciata nell'Ades (hades, lo stato di morte) e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione". Così Pietro presenta una forte, logica argomentazione, basata sulle parole del profeta Davide, mostrando che primo Cristo, che fu liberato da Dio per le nostre offese, andò all'"inferno", la tomba, la condizione di morte, la distruzione (Salmo 16:10); e, secondo, in accordo alle promesse Egli è stato liberato dall'"inferno", la tomba, la morte, la distruzione, mediante una RISURREZIONE, un risollevamento alla vita, essendo creato ancora, la stessa identica creatura, ma più gloriosa, ed esaltata fino allo "splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza" (Ebrei 1:13). e ora "lo stesso Gesù" (Atti 2:36), nella Sua successiva rivelazione alla Chiesa dichiara: "io fui morto, ma ecco sono vivente per i secoli dei secoli, amen; e ho le chiavi della morte e dell'Ades (la tomba)". Amen! Amen!
I nostri cuori rispondono; perchè nella Sua risurrezione vediamo la realizzazione dell'intero proposito di Geova, che deve essere compiuto attraverso il potere del Risorto, che ora possiede le chiavi dell'inferno e della morte, e al tempo dovuto libererà tutti i prigionieri, che sono chiamati pertanto, "prigionieri di speranza" (Zaccaria 9:12). Nessuna arte o astuzia può con nessun ingegno possibile contorcere queste Scritture per intero e pervertirle così da supportare questa mostruosa e balsfema tradizione Papale del tormento eterno. Se fosse stata la nostra condanna, Cristo, per essere il nostro sacrificio vicario, deve ancora, e per tutta l'eternità, patirlo, il che non è il caso, come le Scritture affermano. Ma la morte era la nostra condanna, e "egli morì per i nostri peccati" e "anche per i peccati del mondo intero" – 1 Corinti 15:3; 1 Giovanni 2:2. Apocalisse 20:13,14: "E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l'Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere, poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda " (lo stagno di fuoco è simbolo della distruzione finale ed eterna. Sia la morte che l'inferno vanno in essa. Non ci sarà più la morte – Apocalisse 21:4).
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