Trattati Biblici
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Dio e la Ragione
Studio Terzo
Il Racconto del Primo Uomo
La semplice storia biblica della creazione, come ci è riportata dai primi capitoli della Genesi, ci attesta che l'uomo fu creato per primo e che non aveva ancora una compagna per lui. In seguito fu creata Eva. Cosa c'è d'incomprensibile in questo? Il più illustre scrittore del mondo ha mai immaginato una storia più poetica di quella a noi trasmessa sulla creazione di madre Eva? Se Iddio ebbe il potere di creare Adamo (da dove sarebbe venuto, se Dio non lo avesse creato?) non sarebbe stato difficile per Dio, prelevare dallo stesso Adamo una «costola» per creare una donna, se a Lui piaceva impiegare un tale procedimento?
Michelangelo - Cappella Sistima - Creazione
Nel dono del meraviglioso giardino che Dio offrì quale abitazione alle sue perfette creature umane non v'è nulla d’irragionevole, perchè è logico che essi dovettero aver bisogno di un luogo adatto alle esigenze della loro vita. Circolano riferimenti inesatti che la Bibbia non ha mai riportati. Ad esempio che l'Eterno avrebbe promesso ai nostri primi genitori di portarli in cielo dopo un periodo di permanenza nell’ Eden, dove avrebbero dovuto attenersi alle sue leggi; poi che avrebbe istituito un abisso pieno di zolfo e di fuoco, abitato e retto da diavoli incombustibili, dove Adamo ed Eva sarebbero stati gettati se Gli avessero disubbidito e, per suo volere, non sarebbero morti, ma preservati dalla distruzione, miracolosamente, onde i diavoli potessero tormentarli per l'eternità.
Il libro della Genesi rivela che Dio creò gli esseri umani per abitare qui, sulla terra e non in cielo, nell'inferno o nel purgatorio. Essi ebbero la missione di moltiplicarsi per riempire la terra attenendosi all'osservanza delle leggi che Egli aveva loro dettate. Niente fu detto ad Adamo ed Eva circa una destinazione celeste. Per ottenere un'immagine chiara di ciò supponiamo un istante che il disegno divino in ciò che concerne la propagazione del genere umano e la sottomissione della terra all'uomo fosse stato eseguito secondo la volontà di Dio. Avremmo ottenuto che la famiglia umana, attenendosi alle leggi divine, si sarebbe moltiplicata lentamente, ma sempre in modo che, ad un certo punto, la dimora primitiva dell'Eden non sarebbe stata più sufficiente ad ospitarla. Di conseguenza, necessitava estendere i confini.
Astraendosi da ogni interpretazione misteriosa ci è facile concepire che questa estensione avrebbe potuto continuare fino a che tutta la terra non fosse stata popolata di creature perfette sotto la sorveglianza dell'uomo e non fosse divenuta un solo grande giardino, colmo di prosperità e splendente per bellezza. Il volere divino rispondeva al desiderio di popolare la terra e non affollarla. La saggezza e la potenza divina sarebbero certamente state capaci di por termine ad ogni ulteriore propagazione del genere umano, pervenuto al numero prestabilito dall'Eterno. Si può obiettare a questo programma qualche ragione per la quale non sembri perfettamente logico? Non è adesso ragionevole e rispondente all'inesauribile bontà di un Creatore intelligente ed amorevole? Ma, per individuare l'elevatezza di queste concezioni, è necessario liberare la nostra mente da tutte le terribili scene di miserie e sofferenze che, addolorandoci, ci offuscano, e considerare che l'egoismo dell'uomo decaduto e la sua ripulsa a vivere in armonia col suo Creatore sono state le cause delle innumerevoli sofferenze umane.
E la morte?
Anch'essa sarebbe stata sconosciuta al genere umano. La scienza moderna riconosce la possibilità che le cellule viventi potrebbero riprodurre, indefinitamente, la loro specie se potessero avere un luogo rispondente a certe condizioni. In conseguenza del peccato è venuta la morte e con essa le sofferenze, le malattie e i dolori. Immaginiamoci per un istante una razza umana perfetta, libera dall'egoismo, dalle malattie e dalla morte. Non sarebbe allettevole per tutti gli uomini? Si obbietterà: perchè occuparsi di evenienze che, se per il passato erano realizzabili, ora sono divenute chimere? Le Sacre Scritture rispondono per noi che tali evenienze sono ancora realizzabili. Il programma divino della liberazione e della restaurazione per mezzo di Cristo ci garantisce che quanto è stato promesso sarà mantenuto. Questa promessa noi la troviamo in tutte le Scritture, che, andremo a esaminare per cercare di renderla comprensibile a tutti.
E', ormai, a tutti chiaro che per avvicinarsi alla conoscenza di Dio, occorre, principalmente, eliminare le nebbiose superstizioni, accumulate durante i secoli, poiché sono state proprio esse a distruggere la fede in Dio e nel Libro, riconosciuto quale Sua Parola. Il dedicarsi a quest'opera costituirà un compito non lieve, ma siamo sorretti dalla viva speranza di poterlo assolvere pienamente con le nostre investigazioni e raggiungere lo scopo prefissoci nei riguardi dei nostri lettori. Non tutti ammettono di dovere riconoscere la Bibbia, quale autentica testimonianza per quanto concerne l'origine e il destino dell'uomo. Noi chiediamo al lettore di seguire attentamente le nostre argomentazioni che, sebbene concise, rispetto alla materia da trattare, riusciranno a disperdere la confusione creata dalle tradizioni teologiche.
Quale è, quindi, la storia dell'uomo riportataci dalla Bibbia?
Eccola: essa ci dice che, Dio, creati i nostri due progenitori, li avvisò che sarebbero morti certamente se avessero disubbidito alla Sua legge. «Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai», Egli disse loro. Ciò sembra essere abbastanza semplice e chiaro.
Si è avverata questa predizione?
Rispondiamo senza titubanza: si! A suffragare la nostra affermazione, i milioni di pietre sepolcrali ed il susseguirsi dei morti, nel passato e nel presente da che, migliaia d'anni or sono, Dio emanò questa sentenza contro i nostri progenitori. A tal soggetto, quindi, il libro della Genesi è in armonia con la realtà. Il fatto che Adamo non morisse nel medesimo giorno in cui avvenne la trasgressione, non costituisce una prova atta a dimostrare il non dover interpretare la minaccia alla lettera. Una esatta traduzione del testo ebraico riferendosi a questa condanna, dice: «morente tu morrai».
Ciò significa che, all'atto della condanna, aveva inizio il processo della morte che si chiudeva, poi, al momento in cui svaniva l'ultima fiammella di vita. Ed è esattamente quanto è avvenuto e avviene al passato ed al presente. C'è ancora da chiarire, però, un'altra evenienza concernente il soggetto che stiamo trattando: Sempre nell'Eden, una fonte estranea al Creatore, si insinuò tra Dio ed Eva...
...«voi non morrete affatto»...
...e questa insinuazione, che raffigurava Dio come un mentitore, proveniva, secondo il testo, dal «serpente.». Quattromila anni più tardi, l'Apostolo Giovanni identificava nell’ «Antico Serpente» «il Diavolo o Satana» e lo indica quale seduttore di tutte le nazioni. (vedi Apoc. 20:13). Adesso noi abbiamo due dichiarazioni che si contraddicono: quella di Dio affermante che «l'uomo morrà certamente»e quella di Satana, descrittoci dalle Scritture quale seduttore, che l'uomo «non morrà affatto».
La prima l'abbiamo dichiarata con le circostanze di fatto enunciate, la seconda la vedremo discutendo dopo aver citato il cap. 9 dell'Ecclesiaste dal versetto 5 al 10: «Difatti, i viventi sanno che morranno: ma i morti non sanno nulla e non v'è per essi alcun salario poiché la loro memoria è dimenticata. E il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole.».
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