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Dio e la Ragione
Studio Secondo
Il Creatore e la Sua Creazione
Partiamo dal presupposto che la maggioranza dei nostri lettori nutrono nel loro intimo la fede nella esistenza di un Creatore intelligente o, almeno, sia incline a nutrirla, qualora sia basata su fondamenti concreti della ragione. A tale proposito è utile far rilevare che eminenti scienziati del giorno d'oggi gradualmente vanno convincendosi dell'esistenza di una intelligenza Divina. Alcuni fra questi, hanno lealmente ammesso a dei loro colleghi la citata convinzione perciò, a suffragare la nostra constatazione, riportiamo un brano stralciato da una intervista effettuata dal prof. Alberto Wiggam, scrittore scientifico, al Dr. Michael I. Pupin, presidente dell'Unione Americana per l'incremento della scienza:
"Dovunque la scienza ha esplorato l'universo, si è dovuto riconoscere la manifestazione di leggi che agiscono in perfetta armonia. Tali leggi le definisco «Intelligenza Divina». Noi non possiamo sottrarci alla conclusione che esiste un principio dominante ogni cosa e che abbia in sè ogni definizione e direzione atta a trasportarci dal caos al cosmos, verso l'ordine e la luce. Noi ci troviamo in presenza della seguente alternativa: o credere che l'Universo, che ci troviamo ad ammirare in tutte le sue manifestazioni d'ordine, bellezza e grandiosità impareggiabili, abbia origine semplicemente dal caso; oppure ammettere che tragga il suo essere dalla volontà e sapienza di un Creatore cosciente ed intelligente. Personalmente io protendo a credere alla legge che agisce in armonia e che proviene dall'intelligenza divina".
"Mi si chiede il perchè di questa mia convinzione? Vi rispondo: Essa scaturisce dalla logica ed è l'unica accettabile, perchè comprensibile, plausibile e rispondente alle mie investigazioni. La teoria che esseri intelligenti come noi, o le leggi che regolano il movimento delle stelle, siano risultanze del caso, non può sembrarmi assolutamente ammissibile. E per quale ragione io dovrei avvalorare tale assurda teoria se, giornalmente, osservo l'evidenza, la manifestazione di un essere o una potenza intelligente?" «Se osserviamo le stelle, ognuna d'esse in moto nella sua orbita; o un seme germogliare fino a divenire, secondo un definito piano, pianta, arbusto o albero; oppure un bambino nello sviluppo fino a che perviene ad acquistare una individualità, possiamo noi ancora concepire che tutto ciò costituisca il risultato di casi fortuiti? Ebbene, no, io non lo posso".
Perchè dovrei negare che una intelligenza direttrice sovrasta tutti I miracoli del mondo? Per me, quale scienziato, non ho bisogno di conferme supplementari. Sono trascorsi già più di tremila anni da che queste cose furono rivelate chiaramente ai Profeti. I più ignoranti selvaggi al pari dei sagaci Profeti, sono stati sempre d'accordo sulla esistenza di un Essere intelligente, che non può più essere negato e sovrasta tutto e tutti. Nulla di ciò che la scienza ha scoperto contraddice quanto esposto. In effetti, più la scienza penetra nelle leggi dell'universo, più noi siamo guidati verso la credenza di una intelligente Divinità".
Anche il prof. D. Max Planck, scienziato di fama mondiale, in un suo discorso sulla religione e la scienza naturale diceva: "Ora che conosciamo le esigenze della religione e della scienza in rapporto ai problemi della vita, esamineremo se conviene, e fino a che misura, armonizzarle. E' implicito che tale esame si riferisce a quelle contingenze sorgenti in campi dove la religione e la scienza naturale s'incontrano per le loro investigazioni, poiché esistono campi in cui esse non hanno nulla in comune: come, ad esempio, i problemi d'etica sono estranei alla investigazione della scienza naturale, cosi la misurazione dei pianeti dell'universo non presenta interesse per la religione.
Invece la religione e la scienza naturale s'incontrano nello espletamento delle investigazioni sull'esistenza di un essere che, con suprema potenza, governa il mondo. Qui il risultato del lavoro di ognuna, pur non essendo uguale, non è in aperta contraddizione. Anzi si assomiglia in quanto, sinteticamente esposto, esso ammette l'esistenza di un ordine mondiale ragionante e indipendente dall'uomo e, nel convenire che l'Essere dirigente tale ordine mondiale non è mai riconoscibile per diretta individuazione, a designarlo, la religione impiega i suoi simboli particolari mentre la scienza naturale adopera scandagli positivi. Così nulla c'impedisce d'identificare le due riconosciute potenze misteriose, rappresentate da una parte dal Dio della religione, dall'altra dalla legge della natura. E dobbiamo convenire che ambedue sono identiche.
Se, dunque, la religione e la scienza naturale, per manifestare la loro fede in questa potenza soprannaturale, sentono il bisogno di riferirsi a Dio, ne deduciamo che per una è al principio e per l'altra alla fine di ogni pensiero. L'uomo, infine, impiega la scienza naturale per la conoscenza e la religione per l'azione. «Ripeto che, per quanto si voglia sottilizzare sul rapporto fra religione e scienza naturale, non si trova alcuna aperta contraddizione e, anzi, su punti decisivi si riscontra un accordo completo. «Tanto la religione quanto la scienza naturale hanno ingaggiato una larga lotta contro lo scetticismo, il dogmatismo, la miscredenza e la superstizione e la parola d'ordine d'ogni tempo e dell'avvenire è: «Andiamo verso Dio»!..
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