Trattati Biblici - Le Grandi Verità della Bibbia

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Trattati Biblici

Pubblicazioni > 8) COSA INSEGNANO LE SCRITTURE SULL'INFERNO?
Cosa Insegnano le Scritture
sull'Inferno?




Cosa dice la Bibbia sull'Inferno?
                                                
L'INFERNO NEL VECCHIO TESTAMENTO – L'INFERNO NEL NUOVO TESTAMENTO – TUTTI I TESTI CONSIDERATI – PIANTO E STRIDOR DI DENTI – PARABOLA DEL RICCO UOMO E DI LAZZARO – PARABOLA DELLE PECORE E DEI CAPRI – PUNIZIONE ETERNA DEI MALVAGI – I MALVAGI SARANNO MANDATI ALL'INFERNO, E TUTTE LE NAZIONI CHE DIMENTICARONO DIO – IL LAGO DI FUOCO E ZOLFO – GLI EBREI CREDONO NEL TORMENTO.
 
"Attenetevi alla legge e alla testimonianza! Se un popolo non parla
in questo modo, è perché in esso non c'è luce".
Isaia 8:20
Oh, dice uno, nel ricevere questo opuscolo, questo è un argomento orrendo: è stato come un incubo per me durante tutta la mia vita; non lo nomino; "Dimenticalo!" "Si", dice un altro, "dimenticalo e pensa e parla dell'amore di Dio; perché quando considero quanto stretta è la porta e stretta è la via che conduce alla vita, e come siamo tutti inclini a peccare, ho tremendamente paura, e non posso mai giungere a quella "piena sicurezza di fede che desidero così tanto". Ancora un altro aggiunge "Oh, non menzionarlo: ho figli, o un marito, o una moglie, o un amico ancora non slavato, e la mia anima è sopraffatta da un peso di paura ed ansietà per loro". E un altro, con occhi fluttuanti e voce esitante, aggiunge "Oh signore, se questa dottrina è vera, e deve esserlo, anche se non tutta la Cristianità la insegna, allora alcuni dei miei cari hanno perso ogni speranza, e sono ora in mezzo alle agonie di quell'orribile luogo". Si, ammettiamo che il tema come generalmente rappresentato e accettato è orribile, e chiude in larga misura la gloriosa visione dell'amore e del potere e della saggezza di Dio, che la Sua Santa Parola rappresenta. Tuttavia, sentiamo cosa dicono le Scritture, perché "Perché la giustizia di Dio è rivelata in esso" (Romani 1:17). Vero, in esso "l'ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia" (versetto 18), e " Anche se stringe la mano ad un altro per un'alleanza, il malvagio non rimarrà impunito" (Proverbi 11:21); ma l'ira di Dio è sempre giusta, e mitigata con la grazia. "la sua benignità dura in eterno". Salmo 106:1; 107:1; 118:1-4; 136.
 
Che ci sia qualcosa di radicalmente sbagliato con la veduta generalmente accettata della dottrina della punizione dei malvagi è assai evidente dal punto di vista della ragione, per il fatto che invece di rivelare la giustizia di Dio, essa rappresenta in modo grandemente sbagliato il Suo glorioso carattere di amore e giustizia, saggezza e potenza. E da un punto di vista scritturale non abbiamo esitazione nell'affermare che siamo abbondantemente preparati a provare, che è ben lontana dalla verità, e che la posizione dei suoi difensori è assolutamente inattendibile. Che i suoi difensori stessi abbiano fede poco o niente in essa è evidente dal fatto che non ha potere sul suo corso di azione. Mentre tutte le denominazioni della Cristianità preferiscono credere alla dottrina del tormento eterno senza fine, senza speranza la disperazione costituirà la punizione dei malvagi, sono tutti abbastanza a proprio agio nel permettere ai malvagi di prendere il loro corso, mentre perseguono il pari tenore della loro via. Scampanellii di campane e rimbombo di organi, cori artistici ed edifici costosi, e panche gremite, e lucidi oratori che evitano sempre più qualsiasi riferimento a questo allarmante tema, offrono riposo e divertimento alla congregazioni alla moda che si riuniscono nel giorno del Signore e sono conosciute nel mondo come le chiese di Cristo e rappresentanti della Sua dottrina. Ma essi sembrano poco preoccupati riguardo l'eterno benessere delle moltitudini, o anche di se stessi e delle loro famiglie, sebbene uno potrebbe naturalmente presumenre che con tali terribili possibilità in vista essi dovrebbero essere i più irrequieti nei loro sforzi per salvarsi dal perire.
 
La piena deduzione è che essi non vi credono. La sola classe di persone che in qualche grado mostra la sua fede in essa mediante la sua opera è l'Esercito della Salvezza; e questi sono soggetti a ridicolezza tra quasi tutti gli altri Cristiani, perchè sono in qualche modo coerenti con il loro credo. E ancora i loro peculiari, spesso assurdi, metodi così sorprendentemente in contrasto con quelli del Signore di cui è scritto "Egli non griderà, non alzerà la voce, non la farà udire per le strade" (Isaia 42:2), sono molto mitigati rispetto a ciò che ci si aspetterebbe se fossero pienamente convinti di quella dottrina. Non possiamo immaginare come sinceri credenti di questa dottrina vanno di giorno in giorno nei normali affari della vita, o si incontrano con eleganza ogni domenica per ascoltare un tema dal pulpito su un particolare soggetto spesso pubblicizzato. Potrebbero essi fare così mentre credono tutto il tempo che compagni mortali stanno morendo al ritmo di cento al minuto, entrando
 
"In quella terra solitaria di profonda disperazione,
dove Dio non considera le loro preghiere?"
 
Se essi realmente credevano che pochi santi potevano sedere in modo compiacente e pensare a loro affrettando in ogni momento quello stato terribile descritto da quel ben intenzionato, ma grandemente deluso uomo, Isaac Watts (il cui proprio cuore fu senza misura più caldo e più grande di quello che ha attribuito al grande Geova), quando scrisse l'inno
 
"Tempeste di fuoco adirato rotoleranno,
 per stroncare il verme ribelle,
e picchiare sull'anima nuda,
in un terena tormenta".
 
Le persone spesso diventano irrequiete con dolore quando gli amici sono stati colti in qualche terribile catastrofe, come un incendio, o una rovina, sebbene essi sanno che saranno presto liberati dalla morte; e ancora essi pretendono di credere che Dio sia meno amorevole di loro stessi, e che può guardare con indifferenza, se non con diletto, alle miliardi delle Sue creature che sopportano un'eternità di torture ben più terribile, che Egli preparò per loro evitando qualsiasi fuga per sempre. Non solo, ma essi si aspettano di essere letteralmente accolti nel seno di Abrahamo, e allora guarderanno giù nell'abisso e vedranno e udranno le agonie delle moltitudini (alcune delle quali ora amano e per le quali piangono); ed ess immaginano di essere così cambiati, e divenire così simili alla loro attuale idea di Dio, così induriti contro ogni pietà, e così sterili di amore e di simpatia, che essi si delizieranno in una tale Dio e in un tale piano. È meraviglioso che diversamente uomini e donne sensibili, che amano il loro prossimo, e che stabiliscono ospedali, età di orfani, asili, e società per la prevenzione della crudeltà sulla bruta creazione, sono così disturbati mentalmente che possono credere e sottoscrivere a tale dottrina, ed essere così indifferenti nell'investigare questo soggetto della "tortura eterna".
 
Solo un'eccezione possiamo pensare, quelli che mantengono la dottrina ultra Calvinista; che credono che Dio ha decretato così, che tutti gli sforzi che essi possono fare non potrebbero in nessun modo alterare il risultato con una singola persona, e che tutte le preghiere che essi possono offrire non cambierebbero uno iota dell'orribile piano che essi credono Dio abbia segnato per il Suo e il loro eterno piacere. Questi invece potrebbero sedere ancora, per quanto riguarda lo sforzo per i loro simili, ma chi inneggerebbe preghiere per un tale Dio e un tale schema per la dannazione del loro prossimo che Dio ha detto loro di amare come se stessi? Perchè non piuttosto cominciare a dubitare di questa "dottina del diavolo", questa blasfemia contro il grande Dio, concepita nei "secoli bui" quando un furbo sacerdozio insegnò che è giusto fare il male così che il bene possa risultare?
 
La dottrina del tormento eterno fu introdotta dal Papato per indurre i pagani ad aderire al suo sistema e a supportare il suo sacerdozio. È fiorita nello stesso tempo in cui "combattimenti di tori" e gare di gladiatori erano l'intrattenimento più apprezzato, quando le Crociate furono chiamate "guerre sante", e quando uomini e donne furono chiamati "eretici" e furono spesso massacrati per aver pensato o parlato contrariamente agli insegnamenti del Papato; nel tempo in cui il sole della verità del Vangelo era oscuro, quando la Parola di Dio era caduta in disuso ed era proibita alla lettura se non del solo clero, il cui amore per il prossimo era spesso mostrato nel torturare eretici per indurli a ritrattare e denigrare la loro fede e la loro Bibbia, così da salvarli, se possibile, essi spiegavano, dal più tremendo futuro degli eretici, la tortura eterna. Essi non adottarono questa dottrina dai pagani, perchè nessun popolo pagano nel mondo ha una dottrina così crudele, così demoniaca e così ingiusta. Trovarla, chiunque può, e mostrarla in tutta la sua oscurità, che, se possibile, potrebbe essere mostrata come l'essenza del barbarismo, della malizia, dell'odio e dell'empietà, che non sono stati esclusivamente appropriati da quelli che Dio ha più altamente favorito con la luce da ogni posto, e ai quali Egli ha consegnato il solo oracolo, la Sua Parola. Oh! La vergogna e la confusione che copriranno le facce di molti, anche dei buoni, che invero pensarono di servire Dio mentre propagavano questa dottrina blasfema, quando si risveglieranno nella resurrezione, per imparare l'amore e la giustizia di Dio e quando giungeranno a conoscere che la Bibbia non insegna questo disonore di Dio, questa estinzione di amore, questo offuscamento della verità, questo ostacolo dei santi, questo indurimento dei peccatori, questa "dannabile eresia" del tormento eterno – 2 Pietro 2:1.
 
Ma ripetiamo che, nella luce e nello sviluppo di questi giorni, persone sensibili non credono in questa dottrina. Tuttavia, dato che essi pensano che la Bibbia la insegni, ogni livello a cui essi progrediscono in reale intelligenza e gentilezza fraterna, che ostacola tale credo, è in molti casi un livello fuori dalla Parola di Dio, che essi falsamente accusano di questo insegnamento. Quindi si ha questo secondo taglio di frutti malvagi, che l'attecchimento di questo errore del diavolo sta producendo. L'intelligente, onesto pensatore è cos' guidato dalla Bibbia in vane filosofie e scienze, così falsamente chiamate, e nello scetticismo. Nè il "mondano" realmente crede a questa dottrina, che non  èun freno al crimine. Ma, dice uno, l'errore non fece qualcosa di buono? Non sono stati molti portati nelle chiese mediante la predica di questa dottrina in passato? Nessun errore, rispondiamo, fece mai qualcosa di realmente buono, ma danneggiò sempre. Quelli portati nelle chiese dall'errore, e la cui verità non si muoverà, sono un danno per la chiesa. Le migliaia terrorizzate, ma non convertite di cuore, che questa dottrina forzò ad entrare nel Papato, e che gonfiò il suo numero e la sua ricchezza, diluirono quel poco di verità che era prima mantenuta, e la mescolarono con i loro empi sentimenti ed errori così che, per incontrare le cambiate condizioni delle cose, il "clero" trovò necessario aggiungere errore su errore, e ricorrere a metodi, forme, etc., non insegnate nelle Scritture e inutili ai veri convertiti che la verità controlla. Tra queste c'erano immagini, dipinti, rosari, paramenti, candele, grandi cattedrali, altari, etc., per aiutare i pagani inconvertiti ad una forma di santità più corrispondente e vicina alla loro forma pagana di adorazione, ma mancante di tutto il potere della vitale santità.
 
I pagani non ne ebbero benefici, perchè rimasero ancora pagani agli occhi di Dio, ma si illusero di scimiottare ciò che non capivano o facevano dal cuore. Sono state aggiunte le zizzanie per soffocare il grano senza essere profittevoli a loro stessi. Il Signore dice chi seminò il seme di questo enorme raccolto (Matteo 13:39). lo stesso è vero di quelli che assumono il nome di "Cristiani" oggi, che non sono veramente convertiti di cuore dalla verità, ma semplicemente intimoriti dall'errore, o allettati da promessi vantaggi terreni di tipo sociale o commerciale. Tali non aggiungono niente alla vera Chiesa; per le loro idee e maniere essi diventano ostacoli per i veri consacrati, e per via della loro incapacità di digerire la verità, il vero cibo dei santi, essi portano anche i veri pochi pastori a defraudare le vere pecore così da soddisfare i bisogni di quei capri per qualcosa piacevole ai loro gusti non convertiti. No: in nessun modo questo errore ha avuto successo, eccetto nel senso che Dio è capace di provocare anche l'ira dell'uomo per essere pregato. Così anche Lui prevarrà su tutte le cose per raggiungere i Suoi scopi. Vedendo, quindi, l'irragionevole veduta dell'uomo, lasciamo fuori le opinioni e le teorie umane e andiamo alla Parola di Dio, l'unica autorità sul soggetto, ricordando che

Dio è il suo proprio interprete, ed Egli la spiegherà"
INFERNO, UNA PAROLA INGLESE
 
In primo luogo ricordiamo che le Scritture del Vecchio Testamento furono scritte nella lingua Ebraica, e il Nuovo Testamento in Greco. La parola "Inferno" è una parola inglese talvolta scelta dai traduttori della Bibbia Inglese per esprimere il senso della parola ebraica "sheol" e della parola greca "hades", "tartaroo" e "gehenna". Le stesse parole sono talvolta anche rese con "tomba" e "fossa". La parola "inferno" nel vecchio uso inglese, prima che i teologi Papisti la adottarono e le darono un nuovo e speciale significato per adattarla ai loro propri scopi, semplicemente significava nascondere, celare, coprire; perciò un posto nascosto, celato, coperto. La parola inferno fu quindi propriamente usata come sinonimo delle parole "tomba" e "fossa", per tradurre le parole "sheol" e "hades" stando a significare la segreta o nascosta condizione della morte. Ma se i traduttori della Versione Riveduta è stato davvero molto svincolato dagli errori Papali, e veramente molto onesto, essi dovrebbero aver fatto di più per aiutare gli studenti Inglesi che sostituire semplicemente la parola ebraica sheol e la parola greca hades, come hanno fatto. Essi avrebbero dovuto tradurre le parole. Ma evidentemente ebbero timore di dire la verità, e si vergognavano di mentire, e così ci diedero sheol e hades non tradotte, e portarono alla conclusione che queste parole significano la stessa cosa di "inferno". Il loro corso, se per un pò li protesse, disonora Dio e la Bibbia, perchè le persone ancora pensano che essa insegni un "inferno" di tormenti nelle parole sheol e hades. E ancora nessuno può vedere che se fu appropriato tradurre la parola sheol trentun volte "tomba" e tre volte "fossa", non sarebbe stato inappropriato tradurla così in tutti gli altri casi.
 
Una peculiarità che deve essere osservata comparando questi casi, come faremo brevemente, è che in questi testi in cui l'idea del tormento sarebbe un'assurdità i traduttori della Kings James hanno usato le parole "tomba" o "fossa"; mentre in tutti gli altri casi hanno usato la parola "inferno"; e il lettore, a lungo educato nell'idea Papista del tormento, legge la parola "inferno" e pensa ad un luogo di tormento, invece della tomba, di un nascosto o coperto luogo o condizione. Per esempio compariamo Giobbe 14:13 con Salmo 86:13; il primo recita: "Oh, volessi tu nascondermi nel soggiorno dei morti (sheol), etc."; mentre la seconda dice: "tu hai salvato l'anima mia dall'inferno (sheol – inferno compare nella traduzione citata da Russell n.d.t.)". la parola ebraica è la stessa in entrambi i casi, non c'è ragione del perchè la stessa parola "tomba" non debba essere usata in entrambi. Mentre i traduttori del tempo della Riforma sono in qualche modo scusabili per il loro preguidizio mentale nella cosa, dato che stavano da poco uscendo dal vecchio sistema Papale, specialmente quelli della recente Bibbia Riveduta, non hanno diritto a nessuna considerazione. Professori di teologia e pastori di congregazioni pensano di essere giustificati nel seguire le scelte dei revisori nel non spiegare il significato di entrambe le parole ebraica e greca sheol e hades; e dal loro uso delle parole essi danon anche ad intendere al loro fidato gregge che esse indicano un luogo di tortura, uno stagno di fuoco. Mentre attribuiamo solo agli ignoranti le migliori intenzioni, è evidentemente solo la disonenstà e la codardia che inducono uomini eruditi, che conoscono la verità sul soggetto, a preferire di continuare ad inferire nell'errore.
 
Ma ricordiamo che non tutti i ministri conoscono gli errori dei traduttori, e deliberatamente coprono e nascondono questi errori al popolo. Molti, invece, non sanno, avendo semplicemente accettato, senza approfondire, le teorie dei loro professori di seminario. Sono i professori e i colti che sono i più colpevoli. Essi hanno tenuto da parte la verità sull' "inferno" per molte ragioni. Primo, c'è evidentemente una sorta di comprensione o etichetta tra loro, che se essi vogliono mantenere la loro posizione nella "professione" essi "non devono raccontare storie fuori dalla scuola"; cioè, non devono divulgare segreti professionali alla "gente comune", i "laici". Secondo, essi temono tutti che lasciare che si sappia che essi hanno insegnato una dottrina non scritturale per anni infragnerebbe il rispetto popolare e la riverenza per il clero, le denominazioni e le scuole teologiche, e sconvolgerebbe la confidenza nella loro saggezza. E, oh, quanto dipendono dalla fiducia e dalla riverenza degli uomini, quando la Parola di Dio è così generalmente ignorata! Terzo, essi sanno che molti dei membri delle loro sette non sono contrassegnati dall'"amore di Cristo" (2 Corinti 5:14), ma semplicemente dalla paura dell'inferno, e quindi vedono chiaramente che lasciare che oggi la verità sia conosciuta cancellerebbe presto i nomi e i dollari di molti del loro gregge; e questo, a coloro che desiderano fare bella figura nella carne (Galati 6:12) sembrerebbe essere una grande calamità.

 Ma quale sarà il giudizio di Dio, il cui carattere e piano sono introdotti dalla blasfema dottrina che queste intradotte parole supportano? Loderà Egli questi servi infedeli? Giustificherà le loro scelte? Chiamerà il Capo Pastore questi suoi amati amici, e farà loro conoscere i Suoi ulteriori piani (Giovanni 15:14) che essi potrebbero anche mal rappresentare per preservare la loro dignità e riverenza? Continuerà Egli a mandare "cose vecchie e cose nuove", "cibo a suo tempo", alla casa della fede, mediante la mano di questi servi infedeli? No, questi non continueranno ad essere i Suoi portavoce o i pastori del Suo gregge (Ezechiele 34:9,10). Egli sceglierà invece, così come al primo avvento, tra i laici, "il popolo comune", portavoce, e darà loro parole alle quali nessuno dei capi sacerdoti  sarà in grado di negare od opporsi (Luca 21:15). E, come predetto, "la saggezza dei suoi saggi perirà e l'intelligenza dei suoi intelligenti sparirà" – Isaia 29: 9-19.


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