Bibbia - Le Grandi Verità della Bibbia

Vai ai contenuti

Bibbia

Bibbia

La Canonicità


Un sentito ringraziamento a John F. MacArthur, Jr., The MacArthur Study Bible,
(Dallas: Word Publishing) 1997



Il processo di pubblicazione
La Bibbia non si aspetta che il lettore speculasse su come queste divine qualità fossero trasferite da Dio alla sua Parola, ma piuttosto anticipa le domande con risposte convincenti. Ogni generazione di scettici ha assalito le affermazioni della Bibbia, ma le sue spiegazioni e risposte sono state più che sufficienti. La Bibbia ha passato per il processo di pubblicazione divina quando è stata data e distribuita all'umanità. Le sue caratteristiche sono discusse qui sotto.

Rivelazione
Dio prese l'iniziativa di spiegare e di rivelare sé stesso all'umanità (Ebrei 1:1). Le modalità erano diverse: a volte tramite la creazione, a volte tramite visioni o sogni o i discorsi dei profeti. Però, la più completa e comprensibile auto-rivelazione fu tramite le proposizioni delle Scritture (1Corinzi 2:6-16). La rivelata e scritta Parola è unica in quanto è l'unica rivelazione di Dio che è completa e che così chiaramente dichiara il peccato dell'umanità e la provvisione da parte di Dio del Salvatore

Ispirazione
La rivelazione divina fu catturata negli scritti della Bibbia tramite l'ispirazione. Questa ha a che fare più con il processo per cui Dio si è rivelato che con il fatto della sua auto-rivelazione. "Ogni Scrittura è ispirata da Dio..." (2Timoteo 3:16) lo afferma. Pietro ne spiega il processo, "Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo" (2Pietro 1:20-21). Così la Parola di Dio fu protetta da errore umano durante la sua scrittura originale dal ministero dello Spirito Santo (vedi lt Deuteronomio 18:18; Matteo 1:22). Una sezione di lt Zaccaria 7:12 lo descrive chiaramente: "...la legge e le parole che il Signore degli eserciti rivolgeva per mezzo del suo Spirito, per mezzo dei profeti del passato". Questo ministero dello Spirito era esteso sia alle parti (le parole) sia alla totalità degli scritti originali.

Canonicità
Dobbiamo capire che la Bibbia è in realtà un unico libro con uno solo autore divino, benché fosse scritta in un periodo di 1.500 anni tramite le penne di una quarantina di autori umani. La Bibbia inizia con il racconto della creazione scritto da Mosè, e continua fino al racconto dell'eternità futura di Apocalisse 21-22, scritto dall'apostolo Giovanni nel 95 d.C. Durante questo periodo, Dio rivelò in modo progressivo sé stesso e i suoi propositi nelle Scritture ispirate. Ma ciò solleva una domanda significativa: "Come sappiamo quali scritti dovevano essere inclusi nel canone delle Scritture e quali erano da escludere?"

Nella storia, tre principi generalmente riconosciuti furono usati per convalidare quegli scritti che furono un risultato di rivelazione e di ispirazione divina.

Primo, l'autore del libro doveva essere un profeta o un apostolo riconosciuto (o qualcuno associato con un apostolo, come i casi di Marco, Luca, Ebrei, Giacomo e Giuda).

Secondo, il libro non poteva essere in disaccordo con o contraddire le Scritture precedentemente scritte.

Terzo, il libro doveva generare il consenso generale della chiesa come libro ispirato. Così, quando i diversi concili si svolsero nella storia della chiesa per considerare il canone, non votarono per la canonicità di un libro, ma piuttosto riconobbero, dopo il fatto, quello che Dio aveva già scritto.

Per quanto riguardo l'Antico Testamento, al tempo di Gesù tutto l'Antico Testamento era scritto e accettato dai Giudei. L'ultimo libro, Malachia, fu completato nel 430 a.C. circa. Non solo il canone dell'Antico Testamento di Cristo è conforme all'Antico Testamento usato per tutti i secoli dopo, ma non contiene la non ispirata Apocrifa, un gruppo di 14 libri scritti dopo Malachia e aggiunti all'Antico Testamento all'inizio del secondo secolo a.C. nella traduzione greca dell'Antico Testamento ebraico chiamato la Septuaginta (LXX), e che appare tuttora in alcune versioni della Bibbia. Però, neanche un brano dall'Apocrifa è citato da uno scrittore del Nuovo Testamento, e Gesù non incluse nessuna parte di essa quando riconobbe il canone dell'Antico Testamento del suo tempo (vedi Luca 24:27,44).

Al tempo di Cristo, l'Antico Testamento era diviso in due liste di 22 o di 24 libri, che contenevano lo stesso materiale dei 39 libri delle versioni moderne. Nella lista di 22 libri, Geremia e Lamentazioni furono considerati come un unico libro, come pure Giudici e Rut. La lista di 24 libri era divisa in questo modo:

La legge
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio
I profeti
I profeti anteriori: Giosuè, Giudici, Samuele (1 e 2), Re (1 e 2)
I profeti posteriori: Isaia, Geremia, Ezechiele, i dodici (profeti minori)
Gli scritti
Libri poetici: Salmi, Proverbi, Giobbe
I cinque rotoli (Megilloth): Cantico dei cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester
Libri storici: Daniele, Ezra-Neemia, Cronache (1 e 2)

Gli stessi tre test di canonicità usati per l'Antico Testamento vanno usati anche per il Nuovo. Nel caso di Marco e di Luca/Atti, i libri sono considerati come se fossero l'opera di Pietro e di Paolo rispettivamente. Giacomo e Giuda furono scritti dai fratellastri di Gesù. Mentre Ebrei è l'unico libro del Nuovo Testamento di cui non si sa l'autore, il suo contenuto è così simile a quello dell'Antico e del Nuovo Testamento che la chiesa primitiva decise che doveva essere scritto da un collega di un apostolo. I 27 libri de Nuovo Testamento sono universalmente accettati come ispirati da Dio dalla fine del quarto secolo d.C.

Continua...La Preservazione
Torna ai contenuti