Cristianesimo - Le Grandi Verità della Bibbia

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                                       John Wessel Gansfort

John Wessel Gansfort (Groninga - Paesi Bassi 1419 – 1489). Si chiamò Devotio moderna un movimento cristiano spiritualista e ascetico, fiorito in Borgogna e nella zona renana nella seconda metà del Quattrocento. Da lì si diffuse in altri paesi, tra cui la Spagna e i Paesi Bassi. Vi si predicava l’impegno ad una scrupolosa imitazione del modello morale e spirituale di Cristo. Il testo fondamentale su cui si fondavano i suoi seguaci era il De Imitatione Christi del frate agostiniano Tommaso da Kempis, un paese vicino a Colonia (1380-1471). Anche Erasmo fu profondamente influenzato dalla severa religiosità della Devotio moderna.

John Wessel Gansfort fu uno dei capi di questo movimento. Nacque a Groninga (Paesi Bassi) circa nel 1419 e vi morì nel 1489. Fu tanto illustre teologo e filosofo nominalista da essere chiamato dai suoi contemporanei lux mundi. Fu maestro a Zwolle tra il 1432 e il 1449, dove ricevette la sua formazione religiosa presso i "Fratelli della vita comune", uno dei vari nomi dei gruppi nati dalla Devotio moderna. Nel 1449 andò a studiare all’Università di Colonia e vi rimase fino al 1456. In quell’anno si trasferì a Heidelberg. Nel 1458 soggiornò a Parigi e intorno al 1470 fu in Italia. Nel 1474 giunse a Firenze, dove incontrò Marsilio Ficino. Ne restò deluso perché trovò in lui troppa superbia dottrinale. John Wessel Gansfort era molto colto, amava le arti e conosceva perfettamente il greco, l’ebraico, il caldeo e l’arabo.

Anticipò la Riforma di Lutero opponendosi fieramente alla vendita delle indulgenze. Negò l’autorità del papa e dei Concili, il potere del clero di sciogliere e di legare, la dottrina del Purgatorio e l’efficacia dei sacramenti se amministrati dai preti. Affermò: "Noi crediamo con la Chiesa, non nella Chiesa". Per lui solo la Bibbia doveva essere la guida del credente.

Tornato a Parigi, dovette lasciarla ben presto per la condanna del Nominalismo emanata dal re di Francia Luigi XI di Valois, detto il Paziente. Tornò nei Paesi Bassi nel 1475. Più volte denunciato come eretico, ebbe la fortuna di essere protetto dal vescovo di Utrecht Davide di Borgogna, che era uno dei figli di Filippo III il Buono, duca di Borgogna. Rimase a Utrecht dal 1477 al 1482. Trascorse gli ultimi anni della sua vita (1483-1489) a Groninga, dedicandosi allo studio e alla meditazione. Scrisse allora le sue opere principali:
"De oratione" (un commento al Padre Nostro)
"Scala meditationis" e "Exempla scalae meditationis"
"De magnitudine Dominicae Passionis"
"De sacramento eucharistiae" (dove affermò che la copula "est" del racconto evangelico dell’istituzione eucaristica da parte di Gesù Cristo è da intendersi nel senso di "significat").  
da Wikipedia
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