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Marsilio da Padova

Marsilio da Padova (Padova, 1275 – Monaco di Baviera, 1342) è stato un filosofo e scrittore italiano. Non vi è certezza sulla sua data di nascita: alcuni storici sono soliti indicarla nel 1270, ipotesi però opponibile poiché egli verrebbe ad avere 41 anni nel 1311, quando cioè Albertino Mussato gli rivolge un'epistola latina, facendo peraltro cenno alla sua florida gioventù. Altri collocano la sua nascita attorno al 1290, data però forse troppo tarda, poiché porterebbe poco credibilmente ad ipotizzare un suo incarico come professore oltreché rettore all'università di Parigi, ad appena 22 anni. Da ciò dunque, la necessità di individuare, quale data di nascita maggiormente probabile, l'anno 1275. Risulta già da qui evidente, come le notizie sulla sua vita non siano affatto molte. Nato da una famiglia di giudici e notai che viveva vicino al Duomo di Padova, completò i suoi studi nell'università della Sorbona presso la facoltà delle arti, dove fu insignito dell'autorità di rettore nel 1313. Il tempo trascorso nella città influì moltissimo sull'evoluzione del suo pensiero. Gli anni parigini furono molto importanti e fecondi per l'evoluzione del suo pensiero e la visione dello stato di corruzione in cui versava il clero lo portò a diventare anticurialista.

A Parigi incontrò Guglielmo di Ockham e Giovanni di Jandun, con cui condivise passione politica e atteggiamento di avversione verso il potere temporale della Chiesa. Con Giovanni di Jandun rimase legato da grande amicizia e assieme a lui subì l'esilio. Marsilio dopo le sue dure affermazioni contro la Chiesa venne bollato con l'epiteto di figlio del diavolo. Marsilio si trovava a Parigi quando si sviluppò la lotta tra Filippo il Bello, re di Francia, e il Papato. Tutto ciò, assieme al vivace contesto culturale in cui si muoveva, lo portò alla compilazione della sua opera maggiore il Defensor Pacis, l'opera cui deve la sua fama e che influì moltissimo sia sul pensiero filosofico-politico contemporaneo che su quello successivo. A Parigi sperimentò una monarchia decisa ad accrescere il proprio potere e la propria autorità su tutte le forze politiche centrifughe del momento ivi compresa la Chiesa di Bonifacio VIII. Diventato consigliere politico ed ecclesiastico di Ludovico il Bavaro lo seguì a Roma nel 1327 in occasione della sua incoronazione imperiale e qui fu nominato dallo stesso Ludovico vicario spirituale della città. L'incoronazione imperiale avvenne ad opera del popolo romano anziché del papa inaugurando, così, quella stagione dell'impero laico che Marsilio vagheggiava e che avrebbe aperto la strada alla laicizzazione dell'elezione imperiale e alla cosiddetta Bolla d'Oro (1356) di Carlo IV di Boemia.

Con la Bolla d'Oro fu eliminata ogni ingerenza del papa nell'elezione imperiale diventando così un fatto esclusivamente tedesco. Fu ancora con Ludovico quando questi si ritirò, dopo il fallimento dell'impresa romana, in Germaniadove rimase fino alla morte avvenuta tra il 1342 e il 1343. È del periodo immediatamente antecedente la sua morte la compilazione di alcune opere minori tra cui spicca il Defensor Minor, un piccolo capolavoro. Si può definire l'opera di Marsilio come il prodotto di tempi in cui confluiscono la virtù del cittadino, il nazionalismo francese e l'imperialismo renano-germanico. Il Defensor pacis (difensore della pace), scritto nel 1324 è la sua opera più conosciuta in cui, fra l'altro, tratta dell'origine della legge. Il suo fondamento era il concetto di pace, intesa come base indispensabile dello Stato e come condizione essenziale dell'attività umana. Si tratta di un'opera laica, chiara, priva di retorica, moderna e per alcuni versi ancora attuale.

La necessità dello Stato non discendeva più da finalità etico-religiose, ma dalla natura umana nella ricerca di una vita sufficiente e dall'esigenza di realizzare un fine prettamente umano e non altro. Da questa esigenza nascono le varie comunità, dalla più piccola alla più grande e complessa, lo Stato. Ne deriva la necessità di un ordinamento nella comunità che ne assicuri la convivenza e l'esercizio delle proprie funzioni. Per Marsilio questa esigenza ha caratteristiche prettamente umane che non rispondono a finalità etiche ma civili, contingenti e storiche. Alla base dell'ordinamento c'è la volontà comune dei cittadini, superiore a qualsiasi altra volontà. È la volontà dei cittadini che attribuisce al Governo, Pars Principans, il potere di comandare su tutte le altre parti, potere che sempre, e comunque, è un potere delegato, esercitato in nome della volontà popolare. La conseguenza di questo principio era che l'autorità politica non discendeva da Dio o dal papa, ma dal popolo, inteso come sanior et melior pars. In questa ottica egli proponeva che i vescovi venissero eletti da assemblee popolari e che il potere del papa fosse subordinato a quello del concilio. Marsilio pone il problema, che tratterà anche nel Defensor Minor, del rapporto con il Papato e con i suoi principi politici costruiti. *  
da Wikipedia
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