Cristianesimo
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Gli Eretici dal
Medioevo alla Riforma
Gli Enriciani
Enrico di Losanna, detto l’Italico, era un ex monaco, fuggito dal convento tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo, che si mise a predicare addirittura su licenza dell’Arcivescovo. Conobbe Pietro de Bruys, ne condivise il pensiero e, dopo il suo martirio, ne continuò l’opera. Enrico godette fama di grande sapere e di santità di vita e con la sua eloquenza commosse la Francia, da Tolosa al Reno. Fu chiamato anche "Enrico di Tolosa". Nel 1135 fu arrestato dall’Arcivescovo di Arles e condotto davanti al Sinodo di Pisa, che però si rifiutò di condannarlo.
Fu quindi portato al cospetto di Bernardo di Chiaravalle perché si ravvedesse e tornasse all’ortodossia. Enrico non stette ad ascoltarlo e lo salutò subito dicendogli che doveva andare a proseguire la propria opera di predicazione. Bernardo ci rimase male e si vendicò scrivendo contro di lui libelli pieni di innumerevoli calunnie e accuse, tra le quali quella assurda di peregrinare da un luogo all’altro secondo il costume apostolico.
Enrico morì dopo un decennio di intensa attività evangelica nel 1148. I suoi discepoli furono chiamati Enriciani e fecero di Colonia il loro quartier generale. Sono considerati i precursori dei Valdesi.
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