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Gli Eretici dal
Medioevo alla Riforma
I Valdesi
Pietro Valdo (Lione, 1140 – 1206 circa), era un ricco mercante di Lione, che si convertì a Cristo nel 1168. A sue spese fece tradurre nella lingua provenzale interi libri della Bibbia, imparò a leggere, lesse "Se vuoi essere perfetto, vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli, poi vieni e seguimi" (Matteo 19:21). Subito distribuì i suoi beni ai poveri e indennizzò coloro cui credeva di aver fatto torto. L’arcivescovo di Lione gli impose di smettere di predicare il Vangelo con tanto di spiegazione delle Sacre Scritture al popolo. Allora Valdo non predicava alcunché di eretico, ma solo la povertà evangelica e la rinuncia a qualsiasi forma di ricchezza. Sicuro di essere nel giusto, Valdo non obbedì e fu espulso dalla città insieme ai suoi seguaci.
Nel 1179, durante il III Concilio lateranense, Valdo si presentò con una delegazione dei suoi davanti al papa Alessandro III. Questi approvò la loro povertà e concesse al solo Valdo il permesso di predicare in quanto ancora di provata fede cattolica. Non permise, invece, l’istituzione di un nuovo ordine pauperistico perché la delegazione valdese presentò al pontefice non una regola ma versetti biblici tradotti in lingua volgare. Valdo e i suoi tornarono baldanzosi a Lione, ma ne vennero nuovamente espulsi dall’irriducibile arcivescovo, che sentiva tra loro puzzo di eresia. La concessione papale cessò quando i Valdesi furono scomunicati come eretici da papa Lucio III al Concilio di Verona del 1184.
Valdo, infatti, aveva maturato una maggiore conoscenza della verità biblica fino a ritenere che i veri eretici fossero i cattolici. Il papa fu accusato di essere a capo dell’eresia e dell’omicidio dei Saraceni, con una chiara condanna delle crociate. Vedeva nella ricca Chiesa di Roma la Babilonia dell’Apocalisse e nel papa l’Anticristo. Credette che ogni cristiano laico fosse anche sacerdote e per tale motivo i valdesi si confessavano a vicenda. Non fece ribattezzare i suoi ma ogni credente doveva studiare la Scritture e poi riceveva l’ordinazione sacerdotale con l’imposizione delle mani da parte di un anziano. Rinnegò il Purgatorio, la confessione, le indulgenze, le intercessioni da parte della Vergine e dei Santi per i defunti ecc. Diceva che la santità non si raggiungeva per mezzo delle pratiche liturgiche o tramite i riti, ma solo mediante le opere individuali.
La canonizzazione dei Santi era avvenuta per la prima volta circa un secolo prima, nel 955, ad opera di papa Giovanni XV. La Bibbia chiama santi tutti veri seguaci di Cristo, consacrati nella Sua morte. Le indulgenze, con le quali si riduceva il tempo di punizione per le anime del Purgatorio, erano state concesse per la prima volta nell’anno 850 da papa Leone IV a coloro che salivano la "Scala Santa" a Roma sulle proprie ginocchia. La vendita delle indulgenze iniziò nel 1190, al tempo di Valdo, e continuò fino alla Riforma. Valdo si schierò contro un simile traffico e sarà appunto la protesta contro di esso che causerà la Riforma nel XVI secolo. San Pietro, infatti, rifiutò la somma di denaro offertagli da Simon Mago per acquistare i doni di Dio.
Statue of Peter Waldo at the Luther Memorial at Worms, Germany
La dottrina del Purgatorio e quindi le preghiere per i defunti, che nell’aldilà si starebbero purificando dei propri peccati, costituiscono delle credenze molto antiche. Se ne trovano tracce nell’antico Egitto, in Persia, nello Zoroastrismo, in Grecia nelle opere di Platone (Fedone), in Roma (l’Eneide di Virgilio) e quindi nel Cattolicesimo. Il Purgatorio fu insegnato da Agostino, che era neo-platonico; poi fu confermato da papa Gregorio Magno (c.582), che ci mise il fuoco. Successivamente il cardinale Pietro Damiano (+1072) ci aggiunse il ghiaccio. Tommaso d’Aquino ne espose i particolari nella Summa Theologica. Fu riconosciuto dogma di fede al Concilio di Lione (1274) e poi confermato al Concilio di Firenze nel 1439. Il dogma fu difeso al Concilio di Trento.
Nel 1205, in un sinodo valdese tenuto a Milano, ci fu lo scontro tra due grandi vecchi: Valdo da una parte e Giovanni da Ronco dall’altra. Quest’ultimo voleva a tutti i costi che Valdo lo eleggesse preposto a vita, ma lui si rifiutò. La disputa che ne seguì scandalizzò molti Valdesi italiani, che tornarono in grembo alla Madre Chiesa. Nacquero così i Poveri Cattolici o Riconciliati, che furono approvati come ordine da Innocenzo III al IV Concilio lateranense del 1215, quando il papa impose il dogma della transustanziazione e l’obbligo della confessione auricolare.
Paesaggio montuoso della regione francese del Delfinato, una delle zone dove il movimento
valdese attecchì e proliferò. La natura impervia delle valli presso cui i seguaci di Valdo
si insediarono fu una delle ragioni della loro tenace resistenza alle repressioni
Il Ronco formò invece la setta dei Poveri Lombardi, sempre valdese ma separata da quella ultramontana. Predicava che i preti cattolici dovevano sposarsi, che dovevano mantenersi col lavoro e non essere mantenuti dalla comunità. I preti corrotti, secondo lui, non potevano amministrare i sacramenti: se uno faceva la comunione e il sacerdote ufficiante era un poco di buono, questa non era valida. La predicazione di Valdo e dei suoi seguaci, prima limitata alla Francia e all’Italia, si estese alla Svizzera, all’Austria, alla Germania, all’Ungheria, alla Polonia, alla Moravia e alla Boemia. Valdo fu coadiuvato da Giovanni Viveto e da Ugo Speroni. Quest’ultimo guidava un gruppo da lui detto degli Speronisti. Valdo, dopo aver predicato per mezza Europa, morì in Boemia nel 1217. Il papato reagì in due modi al Valdismo:
il primo fu la persecuzione. Nel 1208 Innocenzo III decise di nominare alcuni vescovi francesi e austriaci come suoi legati nella lotta al movimento valdese. Nello stesso tempo l’imperatore Ottone IV di Brunswick intimò al vescovo di Torino di espellere i valdesi dalla sua diocesi. I Valdesi si rifugiarono allora nelle valli alpestri, a Torre Pellice.
Il secondo fu quello di contrapporgli un movimento pauperistico simile ma cattolico. Per tale motivo nel 1210 Innocenzo III approvò il Francescanesimo. Nel 1223 il nuovo papa, Onorio III, confermò l’Ordine francescano dei frati minori. Egli sostenne con Federico II l’assimilazione del delitto di eresia a quello di lesa maestà. Il Concilio di Tolosa (1229) vietò la traduzione della Bibbia in lingua volgare e la mise nell’Indice dei libri proibiti. Chi l’avesse doveva consegnarla al vescovo entro otto giorni perché fosse data alle fiamme. Se si rifiutava, veniva accusato di eresia. Di Valdo non si hanno più notizie e la sua morte è collocata dagli studiosi tra il 1206 e il 1207
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