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Gli Eretici dal
Medioevo alla Riforma
Gli Umiliati
Sulla metà del XII secolo Giovanni da Meda, un paese vicino a Milano, fondò nella capitale lombarda il movimento degli Umiliati e per questo venne in seguito canonizzato. Gli Umiliati non erano eretici: per lo più si trattava di lanaioli desiderosi di vivere secondo i dettami del Vangelo in povertà e in umiltà. Le loro sedi furono Milano e altre città della Lombardia. Non insorgevano contro la corruzione del clero né contro gli errori della Chiesa di Roma. Dicevano che la perfezione cristiana poteva essere ricercata con l’esercizio delle proprie attività e quindi sostenevano l’obbligo del lavoro manuale. Si riunivano in comunità formate da uomini e donne che convivevano nella continenza. Era un terz’ordine francescano ante litteram.
Sul finire del XII secolo si formò tra di loro una corrente ereticale che si aggregò ben presto ai Poveri Lombardi, cioè ai Valdesi Italiani. Ciò valse loro la scomunica del papa Lucio III al Concilio di Verona del 1184. Da allora vissero nella clandestinità finché la maggioranza confermò la propria obbedienza ai vescovi e ottenne nel 1199 da Innocenzo III la reintegrazione nella Chiesa e il permesso di predicare, purché lo facessero contro gli eretici.
Gli Umiliati assunsero allora le caratteristiche di un ordine monastico e vi affluirono persone di ogni ceto, anche di elevata estrazione sociale. Innocenzo III li chiamò "Umiliati ortodossi" per distinguerli da quelli eretici o "falsi Umiliati" e li divise in tre ordini: laico, monastico e clericale.
Come tutti i movimenti cattolici da poveri divennero ricchi e le loro comunità si trasformarono in cenacoli di gaudenti. Nel XVII secolo erano ormai ridotti a pochi: 170 persone che disponevano di circa cento conventi! Il Cardinale Carlo Borromeo gli sciolse. Non l’avesse mai fatto! Rischiò di rimanere vittima di un attentato.
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