Cristianesimo - Le Grandi Verità della Bibbia

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Gli Eretici   dal
Medioevo alla Riforma



Claudio di Torino
(Catalogna, 780 circa – Torino, 827 circa)


Claudio fu vescovo di Torino dall'818 all'827. All’adorazione delle immagini sacre (iconolatria) si era già opposto l’imperatore di Bisanzio Leone III nel 726, che aveva ordinato la distruzione di tutte le immagini sacre nell’impero bizantino (iconoclastia), impero che comprendeva anche vasti territori italiani, fra cui il Ducato di Roma. Il decreto fu accolto nel nostro paese da violente rivolte anti-bizantine, appoggiate dal papa Gregorio II.

Nel 750 Pipino il Breve, l’usurpatore del trono di Francia, discese in Italia chiamato dal papa Stefano II per far guerra ai cattolici Longobardi. Questi infatti, credendo di far cosa giusta nel combattere i bizantini iconoclasti, si erano spinti fino al ducato di Roma. Pipino respinse i Longobardi e affidò la città e i suoi dintorni al papa stesso invece che restituirli ai Bizantini. La ragione fu che il Papa Stefano II (752-757) e suo fratello, che diverrà il suo successore con il nome di Paolo I (757-767), avevano inventato e presentato ai francesi  uno dei più grossi falsi della storia: la donazione di Costantino. Secondo questo documento contraffatto, Costantino, guarito da una grave malattia in modo miracoloso da papa Silvestro, avrebbe donato al Papato  Roma e i territori occidentali dell’impero romano, stabilendo la capitale dell’impero a Costantinopoli. Paolo I sarà fatto santo.

L’obbligo di adorare la croce, le immagini e le reliquie fu ribadito al secondo Concilio di Nicea, convocato nel 788 su richiesta del papa Adriano I per restaurare l’idolatria nella Cristianità  e presieduto dall’imperatrice Irene di Costantinopoli, che, per conservare il trono, aveva fatto prima cavare gli occhi e poi uccidere il proprio figlio Costantino VI.
Tuttavia al Concilio di Francoforte del 794, voluto da Carlo Magno, ben trecento vescovi presero posizione contro l’adorazione delle immagini.

Il successore di Carlo Magno, suo figlio Ludovico il Pio (814-840), davanti agli scandali della corte di Roma, impose nell’824 la Constitutio romana, che prevedeva un controllo imperiale sull’elezione pontificia: la consacrazione di un Papa era valida solo se prima aveva giurato fedeltà all’imperatore. L’impero carolingio rimise così in auge le antiche tradizioni cesaropapiste degli imperatori romani da Costantino in poi: all’imperatore, come rappresentante di Dio sulla terra, venivano riconosciute prerogative particolari in questioni ecclesiastiche disciplinari, nella convocazione dei Concili, nell’elezione dei vescovi ecc.

Claudio, di origine spagnola, fu nominato vescovo di Torino nell’817 proprio da Ludovico il Pio. Il suo vescovado comprendeva il Piemonte, la Provenza e il Delfinato. Fu un accanito studioso delle Sacre Scritture. Sostenne la giustificazione per fede, condannò le preghiere per i defunti e volle liberare le chiese non solo dall’adorazione delle immagini ma anche da quella della croce. Diceva che Dio insegnava a portare la croce in senso spirituale e non nelle processioni. "Se si adora la croce" - spiegava- "perché non adorare anche la stalla, la mangiatoia, le lenzuola, la lancia, la corona di spine ecc?".

Insegnò che esiste un solo capo della Chiesa, il Signore Gesù Cristo, che Pietro non ebbe alcuna superiorità sugli altri Apostoli e che la Cena del Signore era semplicemente una commemorazione e non una ripetizione della morte di Cristo.
Claudio, accusato dal clero di insegnare eresie, scrisse di sé: "Non fa meraviglia che i membri di Satana parlino di me in tal modo". Morì nell’827 (circa).  

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