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Tutto Israele Sarà Salvato
Commento a Romani 11
Prefazione
Fin dal II/III secolo d.C. si diffuse la Grande Apostasia profetizzata dalle S. Scritture (2Tess. 2) e fu così che numerosi passi della S. Bibbia furono distorti in funzione della glorificazione del potere della nuova classe clericale. Gli anziani delle chiese locali, invece di servire umilmente i propri fratelli sostenendone la fede e aiutandoli nelle loro prove, divennero “sacerdoti” (in imitazione /sostituzione del sacerdozio levitico) facendosi chiamare “Padri” (e poi “patriarchi”, “Papi”, “Arcivescovi” etc.etc), divenendo di fatto gli arroganti padroni della fede di tutti gli altri cristiani (Mt 23:8,9). Le parole di Cristo e degli Apostoli furono volutamente e abilmente travisate: tra le altre quelle riguardanti la posizione e il futuro che Geova Dio avrebbe assegnato al popolo d’Israele cioè ai discendenti naturali di Abramo, Isacco e Giacobbe. Cosa ne sarebbe stato di quell’Israele che aveva rigettato Gesù il Cristo e continuava a rifiutarlo? Da allora fino ai nostri giorni la maggioranza delle chiese “cristiane” hanno insegnato che gli ebrei individualmente avrebbero potuto salvarsi (battezzandosi) ma che in quanto “popolo di Dio” erano stati irrimediabilmente condannati per sempre e sostituiti dalla chiesa cristiana nel Piano di salvezza di Dio. Furono definiti “il Vecchio Israele” mentre la chiesa “cristiana” imperiale si autoproclamò “Nuovo Israele” applicando a se stessa tutte le profezie riguardanti le benedizioni future contenute nella Bibbia e lasciando le maledizioni agli ebrei. Le conseguenze di questo colpevole fraintendimento della Parola di Dio, dovuto all’orgoglio e all’odio, furono spaventose. Il popolo ebraico fu, in quanto popolo “deicida” (sic!), scacciato di terra in terra, massacrato nei pogrom, imprigionato nei ghetti, calunniato in ogni modo, vessato con la privazione dei più elementari diritti umani e, infine, fatto oggetto di un tentativo di distruzione completa.
Ma anche per le istituzioni religiose persecutrici le conseguenze sono state gravissime in quanto dei nominali seguaci del Cristo hanno mostrato, di fronte alle generazioni della Storia e al Signore Gesù stesso, la loro terribile ipocrisia e malvagità; ma la mano dell’Onnipotente non si è accorciata! Pochi, del resto, furono i dissenzienti. Ma qualcuno si chiederà: In che modo sono state manipolate le S. Scritture? E poi: è davvero la Bibbia così chiara riguardo al destino d’Israele? Per rispondere alla prima domanda occorre tener presente che in molti luoghi delle S. Scritture (dalla Torà a tutti i profeti e nei Vangeli) si parla di questo problema (la sorte futura di Israele) e che nelle lettere dell’Apostolo lo si affronta nei capitoli 9-10 e 11 della lettera ai Romani e nel 3e 4 capitolo di quella ai Galati. Si deve osservare che vi fu abilità e intenzionalità nell’uso tendenzioso di alcuni versetti biblici estrapolati dal discorso in cui erano inseriti. Facciamo degli esempi: a) in Rm 2:23- 24, 28 viene detto: “Tu (ebreo ndr) che ti glori nella legge, disonori Dio trasgredendo la legge ? Infatti:” Per causa vostra (di voi ebrei ndr) il Nome di Dio è bestemmiato tra i gentili” come sta scritto… ma il giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore … non nella lettera…”. a) In Rm 9:6 “tuttavia non è che la Parola di Dio sia caduta in terra, poiché non tutti quelli che sono d’Israele sono Israele”. b) In Rm 9:8 “Cioè non i figli della carne (cioè gli israeliti naturali ndr) sono figli di Dio, ma i figli della promessa (cioè i gentili ndr) sono considerati come progenie”. c) In Rm 9:30,31 “Che diremo dunque? Che i gentili che non cercavano la giustizia, hanno ottenuto la giustizia, quella giustizia però che deriva dalla fede mentre Israele che cercava la legge della giustizia, non è arrivato alla legge della giustizia”. d) In Rm 10: 20, 21 “E Isaia arditamente dice: “Io sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me (cioè ai gentili, ndr)”. Ma riguardo a Israele dice:” tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente contraddicente (cioè l’Israele naturale)”.
Sembrerebbe da questi versetti (e da molti altri…) che l’Apostolo profetizzi un futuro di completa condanna per Israele…e così è stato male/ compreso il messaggio della Bibbia per secoli. In effetti la stragrande maggioranza degli ecclesiastici per molto tempo non ha compreso, pur avendolo comunicato Dio più e più volte, che Israele nel corso della storia è stato sì rimproverato e punito, anche severamente, ma non per essere distrutto ma affinché tornasse al suo Creatore. Sì, quasi nessuno volle comprendere questa semplice verità. In effetti tutti i teologi e i “padri” della chiesa dei primi secoli scrissero almeno un’opera contro Israele: Dialogo con Trifone di Giustino martire (100-165 d.C.), Epistola di Barnaba (130-140d. C.), Contro gli Ebrei di Tertulliano (160-225d.C.), Trattato espositivo contro gli Ebrei di Ippolito di Roma (170-236d.C.), Tre libri di testimonianza contro gli ebrei di Cipriano (205-258 d.C), Otto omelie contro gli Ebrei di Crisostomo (347-407d.C.), Trattato contro gli Ebrei di Agostino (354-430d.C.) etc. etc. .La tesi, solennizzata al Concilio di Nicea (325 d.C.), è una sola: a motivo dell’uccisione del Cristo, il popolo ebraico era meritevole di eterno disprezzo e condannato da Dio per sempre! In seguito a ciò per secoli la Cristianità si allineò con questo verdetto! Le sofferenze che ne derivarono, come abbiamo accennato, sono state immense e si sarebbero potute evitare tutte, se si fosse dato ascolto alla Parola di Dio, per quello che Essa realmente proferisce. Questo commento al capitolo 11 della lettera ai Romani dell’Apostolo Paolo vuole perciò ribadire una grande e importantissima Verità Profetica, contenuta nelle S. Scritture, che ancora oggi troppi cristiani e persone di buona volontà non conoscono.
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