Trattati Biblici
Pubblicazioni > 20) PADRE FIGLIO E SPIRITO SANTO
Padre Figlio e Spirito Santo
L'Unità di Gesù con il Padre
Ai Suoi discepoli Gesù disse un giorno «Io e mio Padre siamo Uno.» (Giovanni 10:30). Il senso di questa dichiarazione è stato singolarmente storpiato. Alcuni pretendono che questa unità sia intesa nel senso che Gesù e Suo Padre costituiscono una sola e identica Persona. Si riconoscerà facilmente intanto che esistono altre forme d'unità oltre l'unità individuale dell'essere. Al capitolo 17 dell'Evangelo di Giovanni, Gesù prega per l'unità della Sua Chiesa. Nella Sua preghiera Egli domanda al Padre di far realizzare ai membri della Sua Chiesa e Lui la stessa Unità che esisteva già fra Suo Padre e Lui. E' esattamente nello stesso senso che Gesù e Suo Padre erano Uno come Egli disse. Numerose dichiarazioni del Maestro confermano questa verità. Spesso Egli insiste nelle circostanze che non era venuto per fare la Sua volontà, ma quella del Padre Celeste, che lo aveva mandato allorché, al termine della Sua missione, dovette fronteggiare lo scherno, l'ignominia e la morte. Domandò al Padre se era possibile dispensarlo dal bere quell'amaro calice. «Nondimeno» Egli aggiunse «non la mia volontà, ma la Tua sia fatta. » (Matteo 26:39; Giovanni 5:30; 6:38). In Lui la volontà del Padre sorpassava ogni considerazione. Così Egli ha potuto veramente dire « lo e mio Padre siamo Uno.» E così nello stesso ordine di idee che Gesù ha potuto dire: «Chi ha veduto me ha veduto il Padre.» (Giov. 14:9). Questa dichiarazione del Maestro non può aver voluto dire che colui che l'aveva visto aveva ugualmente visto — effettivamente e corporalmente — Geova Iddio: poiché il Nuovo e l'Antico Testamento affermano che nessuno può vedere Dio e vivere. (Esodo 33:20; I Timoteo 6:16; 1:77; Giov. 1:18). Se coloro i quali hanno visto Gesù, al tempo in cui Egli viveva sulla terra avevano in realtà visto anche Geova Iddio stesso, ciò equivarrebbe a pretendere che il Creatore dell'universo sia un essere umano.
Gesù volle esprimere che la Sua vita ed il Suo ministero erano, per coloro, che hanno «gli occhi per vedere», una dimostrazione vivente di ciò che era il Padre. D'altra parte è bene ricordare qui che Gesù era l'esatto equivalente di Adamo del quale è scritto che egli fu creato ad «Immagine di Dio.» E' evidente che questa parola immagine non può essere presa nel senso reale. Trattasi (di una immagine nel senso morale e non d'una rassomiglianza fisica.) Adamo era atto a discernere il bene e il male, e, per questa ragione, fu considerato responsabile del suo peccato. Gesù, come Adamo prima della caduta, era ad immagine di Dio: cioè un essere perfetto senza la minima macchia o contaminazione. Era indispensabile che Gesù fosse in questa condizione di perfezione senza di che non gli sarebbe stato possibile di riscattare Adamo e la sua razza dalla sua morte. Egli venne sulla terra come rappresentante del Padre Celeste. Egli parlò ed agì nella stessa maniera in cui avrebbe parlato ed agito il Padre se avesse visitato la terra in persona. Così era perfettamente vero che, colui il quale aveva visto Gesù, aveva visto il Padre. Era il solo modo in cui un essere umano decaduto potesse vedere Dio e vivere. D'altronde, comprendere esattamente la persona di Gesù, figlio beneamato ed unico del Padre, nel quadro della Scrittura,significa di dargli, nel nostro cuore, il posto che merita immediatamente dopo Geova Iddio. Conviene onorare il Figlio come si onora il Padre. (Giov. 5:33). Geova Iddio stesso ha talmente onorato il Figlio da ordinare agli angeli di adorarlo. (Ebrei 1:6-7). Se, al contrario, si ammette che Gesù era Dio si generano delle grossolane incongruenze, come quella, per esempio, che il Maestro si sarebbe rivolto delle preghiere a sè stesso.
GESU' E' ORA SOVRANAMENTE INNALZATO
La Bibbia mostra, nella sua presentazione del divino Piano per la redenzione dell'umana famiglia, che l'Unigenito Figlio di Geova Dio ha subito due cambi di natura. Prima di essere uomo, egli era un essere spirituale, glorioso, che seguiva immediatamente in ordine di autorità, il Padre celeste. Parlando della gloria che Gli apparteneva prima di divenire un uomo Gesù disse un giorno, in una preghiera che rivolgeva a Geova: « Ed ora. Padre, glorificami tu presso Te stesso della gloria che avevo presso di Te avanti che il mondo fosse.» (Giov. 17:5). Questa gloria fu deposta allorché il Logos fu fatto «Carne.» Gesù fu fatto carne, spiega l'Apostolo, «per soffrire la morte per tutti.» (Ebrei 2:9-14). Se Egli fosse rimasto come Essere spirituale non avrebbe potuto essere considerato come un prezzo corrispondente dell'uomo Adamo e della sua razza. Ma Egli consentì ad umiliarsi, a divenire un uomo ed a morire — in riscatto — per salvare la razza umana della eterna distruzione. (Filippesi 2:7-8; Timoteo 2:5-6). Risuscitando Cristo, e, ricevendolo di nuovo in alto, il Padre diede al Suo Figlio una posizione di gloria ancora maggiore e lo investì della natura divina in modo che Egli ora e il Cristo divino “l'immagine della Persona del Padre.” (Salmo 110:1 Atti 2:34-36; Filippesi 2:9 a 11; Ebrei 1:3-13). Alleluia! Quale grande Salvatore!
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